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La rabbia è un’emozione definita primitiva che può essere osservata sia nei bambini che negli adulti ma anche in specie animali diverse dall’essere umano.
E’ considerata la reazione tipica alla costrizione e alla frustrazione, sia che esse siano fisiche che psicologiche.
La rabbia è un’emozione forte, ma non è necessariamente negativa. Merriam-Webster la definisce come “un forte sentimento di malumore e generalmente di antagonismo”. Gli esperti dicono che questa emozione universale ha le sue radici nella sopravvivenza. Quando sei arrabbiato, significa che il tuo cervello sta cercando di dirti di essere consapevole che devi proteggerti e prenderti cura di te stesso.
“In sostanza, crea il carburante affinché tu sia sicuro di te, stabilisce i confini appropriati e soddisfa i tuoi bisogni”, dice Jeanette Raymond, psicologa e terapeuta con licenza a Los Angeles, specializzata in problemi di rabbia. “Le persone che non sono in grado di accedere alla rabbia diventano dipendenti, bisognosi e si lasciano trattare come zerbini”.
Kiran Dintyala è d’accordo. Un esperto di gestione dello stress e medico che si fa chiamare Dr.
Calm, Dintyala dice che la rabbia è un po’ come il dolore, in quanto ti fa sapere che c’è un problema. Ma, dice Dintyala, proteggerti o restare sulla difensiva non vuol dire sia un obbligo urlare o fare a pugni. Fedele al suo soprannome, dice che la prima cosa da fare quando sei arrabbiato, per quanto poco intuitivo possa sembrare, è calmarsi. Questo permette al lobo frontale, la parte del cervello che ragiona, di raggiungere la tua amigdala, la parte del tuo cervello che vuole agire.
Quindi, qualcosa ti fa arrabbiare e cerchi di calmarti. Cosa avviene dopo? Dintyala dice di chiedersi che cosa stia causando la propria rabbia, poi di riflettere se la rabbia riguarda solo la propria prospettiva. Mettiamo il caso che il tuo capo rimprovera tutti nel tuo dipartimento, ma nessuno ne è turbato tranne te. Probabilmente i tuoi colleghi sanno che questo è il modo in cui agisce il capo, ma tu lo consideri un attacco personale alla qualità e all’integrità del tuo lavoro.
“Ci sono un numero infinito di realtà nel mondo”, dice Dintyala. “Allora, chiediti: è solo la mia prospettiva?” Se la risposta è sì, questa realizzazione spesso può dissolvere la tua rabbia.”
Ma cosa succede se non è solo parte della tua prospettiva? Cosa succede se molti dei tuoi colleghi o membri della comunità sono arrabbiati per un problema? Al quel punto dovrai decidere se aiuterà la situazione se reagite tutti quanti.
Il più delle volte, la risposta è no. Invece di lasciare che la tua rabbia ti guidi verso una risoluzione, potresti voler esplorare il motivo della tua rabbia con i tuoi colleghi o vicini di casa, scrivere di essa o trarne qualcosa, il che può incanalare produttivamente la tua rabbia e possibilmente condurre a un piano d’azione attraverso la saggezza collettiva.
“La rabbia è una fonte creativa”, dice Raymond. “Puoi concentrarti sugli obiettivi per superare gli ostacoli che ti trattengono.”
Sei arrabbiato perchè un guidatore ubriaco ti è arrivato addosso e ora soffri di dolore cronico? Invece di rimuginare sul fatto quotidianamente, potresti essere più utile a lavorare con la tua legislatura statale, per irrigidire le sanzioni per la guida sotto l’influenza di alcol.
Portandola su un livello più personale, se sei arrabbiato con un amico, un familiare o un coniuge, sperimentala e poi affrontala attraverso la comunicazione. Le donne in particolare lo trovano difficile e spesso evitano lo scontro.
Ma se riesci a esprimere in modo costruttivo la tua rabbia e il destinatario può ascoltare quello che hai da dire, comprenderla e lavorare con te per risolvere il problema, il risultato è spesso una relazione più forte e più sana.
Oggi ci viene spesso detto che non dovremmo lasciare che la nostra rabbia peggiori e governi le nostre vite, poiché potrebbe finire per distruggerci. Anche se è vero, è anche vero che non dovremmo reprimerla.
Coloro che non si arrabbiano mai o che interiorizzano, spesso soffrono di depressione e ansia, sviluppano problemi di salute e hanno difficoltà a comunicare.
“Essere arrabbiato è ok, lo è davvero”, dice Dintyala. “Ma non aggrapparti alla rabbia e continua a far girare questo concetto nella tua mente, perché se non lo fai, questa si trasforma in odio e risentimento.”
E come fa notare Raymond, “L’odio è radicato nella distruzione, nel tentativo di sentirsi vittorioso, superiore e onnipotente.” L’odio cerca anche di controllare gli altri: la rabbia, al contrario, è semplicemente un’emozione umana normale.