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La vita frenetica e stressante di oggigiorno, spesso ci impedisce di curare l’alimentazione e soprattutto di concederci i giusti tempi per digerire.
Ecco così che sempre più persone soffrono di reflusso gastrico, un fastidioso disturbo che si tende a sottovalutare ma che può diventare una vera e propria malattia con conseguenze gravi.
Il reflusso consiste nella risalita nell’esofago del contenuto acido dello stomaco e si manifesta con il tipico bruciore, dopo i pasti, che può risalire fino allo sterno, sensazione di pesantezza e difficoltà digestive.
Tra l’esofago e lo stomaco esiste una sorta di valvola che regola il passaggio del bolo alimentare, lo sfintere gastroesofageo (che fa parte del cardias). Questa valvola si apre per far passare il cibo dopo la deglutizione e si chiude immediatamente dopo; in questo modo, impedisce al contenuto acido dello stomaco di risalire nell’esofago e d’irritarne le pareti con la sua acidità.
Nelle persone con malattia da reflusso gastroesofageo, questa valvola non funziona bene, cioè si apre quando non dovrebbe.
Di conseguenza, il cibo e i succhi gastrici possono refluire indietro verso l’esofago provocando i sintomi tipici del disturbo.
La seconda causa in ordine di importanza è la prolungata permanenza di cibo nello stomaco (rallentato svuotamento gastrico).
Quando mangiamo il cibo triturato e amalgamato con la saliva giunge nello stomaco dove può rimanere per tempi più o meno lunghi. Tanto maggiore è il periodo di permanenza gastrica del cibo e tanto maggiori sono le probabilità che si verifichi un reflusso gastroesofageo.
Il rallentato svuotamento gastrico può essere attribuitoanche a:
Come abbiamo visto, mangiare in modo scorretto e cattive abitudini, possono accentuare il problema del reflusso gastrico. Importante è cercare di non assumere alimenti di difficile digestione e che rimangano nello stomaco troppo a lungo, e quelli acidi.
Si consiglia quindi di evitare:
Per quanto riguarda, le cotture, è bene preferire quelle leggere e prive di intingoli e spezie che aumentano l’acidità, quindi cottura al vapore, cartoccio o piastra.
Via libera invece a verdure crude e cotte, cibi integrali, carni bianche evitando maiale e agnello, i pomodori meglio se cotti. Quindi tutti gli alimenti che sono di facile digestione, che non portano scorie al corpo, cibi naturali poco complessi:
Molto utile ad alleviare i sintomi del reflusso quali acidità e pesantezza, è il miele.
Un cucchiaino di miele dopo i pasti può fare la differenza.
Il riso in bianco anche risulta un ottimo alleato di chi soffre di acidità e reflusso, al limite condito con un filo d’olio. Nelle giornate in cui stomaco ed esofago sono in fiamme, è indispensabile: assorbe i succhi gastrici in eccesso e sazia senza appesantire.
Mele e banane sono dei veri e propri assorbi acidità, ovviamente senza eccedere, o le loro fibre e zuccheri potrebbero creare l’effetto opposto.
Finocchio, cumino e carciofo, aiutano la digestione e quindi a liberare lo stomaco più in fretta. Aggiungere questi ingredienti ai pasti, può essere un valido aiuto.
Alcuni semplici suggerimenti di comportamento alimentare che aiuteranno ad alleviare i sintomi del reflusso gastroesofageo:
In generale, se il problema non è proprio patologico o con sintomi ricorrenti da indagre, è possibile mangiare tutto con moderazione, facendo attenzione semplicemente a non affaticare lo stomaco con troppe proteine e grassi e non aumentare l’acidità già presente. Quindi carne rossa e fritti si, ma solo in piccole dosi, caffè si, ma solo uno, bibita si, ma solo al bar, ecc. e cercare di dedicare il giusto tempo al pasto e alla digestione.