Sono stati condotti negli anni molti studi riguardo il riposino pomeridiano.
Fa davvero bene oppure comporta alcuni rischi? Ecco i pro e i contro della siesta.
Come anticipato, molti studi si sono concentrati sugli effetti del riposino pomeridiano che accomuna le abitudini di tutto il mondo. Post pranzo, infatti, la stanchezza si fa sentire di più e gran parte delle persone si riposa come fosse un toccasana.
Alcuni ricercatori dell’American College of Cardiology tendono a ridurre la durata del sonnellino pomeridiano, affermando che 20 minuti siano sufficienti per consentire al cervello di staccare la spina e al corpo di rilassarsi quanto basta per risvegliarsi pieni di energia.
Ma quali sono i pro e contro?
Il pisolino pomeridiano asseconda una fisiologica tendenza all’abbassamento della vigilanza. In una persona sana un riposino di mezz’ora può senz’altro giovare, contribuendo a ristorare corpo e mente.
Se la “pennichella” postprandiale è invece dettata dall’esigenza di rimediare a un sonno notturno alterato per i più diversi motivi (apnee, scarso riposo, movimenti notturni) allora può essere controproducente: si rischia di innescare un circolo vizioso rendendo ancora più problematico il riposo notturno.
Diversi studi indicano che dormire poco e/o male può avere alcune ricadute negative sulla salute cardiovascolare, aumentando il rischio di ipertensione, obesità e intolleranza al glucosio (prediabete). Non esistono invece ancora dati certi sulla possibilità che anche il riposino pomeridiano possa avere effetti dannosi.
Sugli effetti del riposino pomeridiano conta molto anche la durata. Può avere senso una pausa di 20-30 minuti, mentre sarebbe meglio evitare di andare a letto e rimanervi per una o due ore, a prescindere che di notte si soffra o meno di insonnia.
Se si dorme troppo si rischia la cosiddetta “inerzia del sonno” che comporta un metabolismo cerebrale rallentato: in pratica quando ci si sveglia a volte occorre anche mezz’ora per riprendersi.
Nel complesso il riposino pomeridiano fa bene, parola della scienza. Un recente articolo comparso sul New York Times ha evidenziato tutti i vantaggi di questa abitudine se praticata nel modo corretto. Nessun singolo comportamento può influenzare positivamente il nostro benessere psico-fisico e la nostra produttività quanto la pennichella il pomeriggio.
Numerose ricerche internazionali hanno provato gli effetti della siesta pomeridiana su un campione di persone ed ecco i benefici che sono stati riscontrati:
Miglioramento della memoria – chi riesce a dormire dopo pranzo per 10-20 minuti ha un livello di concentrazione maggiore e la memoria riesce a funzionare meglio e con più lucidità.
Abbassamento della pressione – dormire dopo pranzo comporta un abbassamento del rischio di malattie cardiache e cardiovascolari del 37%.
Non si conosce ancora bene la ragione di questo risultato. Può essere dovuto alla posizione orizzontale o al riposo stesso.
Aumento della concentrazione – può sembrare banale, ma è un fattore importante soprattutto per chi come lavoro deve guidare.