In molti tendono a confondere la sensibilità al glutine con la celiachia, ma in realtà si tratta di due disturbi completamente diversi anche se la causa scatenante risulta essere la stessa.
Questa patologia è stata individuata per la prima volta pochi anni fa dai ricercatori dell’Università del Maryland. In Italia interessa quasi 3 milioni di persone, ma i numeri sono in aumento. Scopriamo cos’è questo disturbo e quali sono i sintomi.
Si tratta di una vera e propria malattia che viene scatenata dalla difficoltà di digerire la gliadia, una proteina presente nel glutine, da parte degli enzimi che, all’interno del nostro organismo, hanno lo scopo di rompere i legami tra i vari aminoacidi della catena proteica.
Alcuni di questi aminoacidi tendono a restare uniti e il corpo li percepisce come un vero e proprio nemico e produce quindi anticorpi essenziali per difendersi. A loro volta, questi causano un’infiammazione a volte molto importante.
Tra le cause che provocano questa patologia ci sono, probabilmente, anche i trattamenti a cui è sottoposto il grano moderno durante la lavorazione. La maggior parte di esso viene infatti irrorata da anti-parassitari e diserbanti conosciuti come glifosfati.
Questa correlazione è stata evidenziata in maniera netta da numerosi studi.
Il primo tra i sintomi è sicuramente la presenza di problemi gastrointestinali legati all’assunzione di glutine, un complesso di proteine presente in alcuni tipi di cereali. In primis si trova all’interno del frumento, ma anche del farro, del kamut, della segale, dell’avena e dell’orzo. Questo disturbo si presenta con sintomi eterogeni che all’inizio non sembrano collegati fra di loro.
A contrario della celiachia, questo disturbo non crea l’atrofia dei villi intestinali, ma solo una infiammazione delle mucose dell’intestino. La reazione al glutine avviene dopo poche ore dal consumo di questa sostanza, invece nella celiachia i problemi sorgono anche a distanza di molti anni.