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Spesso usata un po’ impropriamente come sinonimo di setticemia, la sepsi è una rara complicazione dovuta ad un’infezione, che può essere molto pericolosa.
Si verifica quando la risposta infiammatoria dell’organismo è eccessiva, danneggiando in questo modo tessuti ed organi. La sepsi si verifica quando i batteri che hanno causato l’infezione localizzata si diffondono per l’organismo dando così luogo ad un’infezione generalizzata o sistemica.
La sepsi non è altro che una complicazione data da un’infezione batterica. Si tratta di un evento abbastanza raro ad oggi, ma che se non viene riconosciuto e curato in tempo può risultare letale.
Ad essere colpiti da questa complicazione sono soprattutto i neonati, i bambini e gli anziani, così come i soggetti con sistema immunitario debilitato o chi ha una malattia cronica come diabete, AIDS, malattie epatiche... ne è particolarmente soggetto anche chi ha subito delle gravi ustioni.
Sono diversi i tipi di infezione che possono portare alla sepsi, eccone alcuni:
Nei casi in cui l’infezione faccia il suo normale decorso, il nostro sistema immunitario riesce a mantenerla circoscritta alla zona del corpo dalla quale ha avuto origine, l’infezione si dice quindi localizzata. Nella condizione normale quindi i globuli bianchi distruggeranno i batteri responsabili dando vita ad un’infiammazione.
Nel caso in cui il sistema immunitario non riesca a fermare l’infezione, essa diventa generalizzata dando vita ad una risposta infiammatoria abnorme che rischia di causare danni più gravi dell’infezione stessa.
Alcuni dei sintomi di questa condizione sono: febbre (superiore a 38.3°), oppure una diminuita temperatura corporea (ipotermia, inferiore a 36°), brividi e tremore, battito cardiaco accelerato (superiore a 90 battiti al minuto), aumento della frequenza respiratoria. Nel caso la sepsi non venga riconosciuta in tempo, rapidamente i sintomi diventano ben più gravi: sensazione di vertigini, grave senso di debolezza, confusione o disorientamento, diarrea, nausea e vomito, biascicamento, dolori muscolari, grave mancanza di respiro, grave riduzione della produzione di urina, pelle fredda, umida e pallida, possibile presenza di chiazze, perdita di conoscenza.
Nel caso in cui i medici pensino che il paziente è in stato di sepsi, si può diagnosticare mediante degli esami del sangue che valutino se il numero di globuli bianchi è normale e se la concentrazione di marcatori di infezione sia aumentato e di quanto.
Nel caso in cui ad un paziente sia diagnosticata la sepsi esso deve essere immediatamente ricoverato in ospedale, lì verrà trattato in base al sito dell’infezione iniziale, degli organi interessati, e della gravità dei danni provocati dall’infezione fino a quel momento.
Bisogna quindi agire su tre fronti: contrasto dell’infezione, mantenimento e supporto funzionale degli organi e prevenzione dei cali di pressione. La prima cosa da fare solitamente è la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro, dopodiché va isolato il batterio responsabile attraverso le analisi del sangue, e fatta un’indagine per capire quale sia l’antibiotico più adatto.