Sepsi: cos’è, sintomi e cura

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Spesso usata un po’ impropriamente come sinonimo di setticemia, la sepsi è una rara complicazione dovuta ad un’infezione, che può essere molto pericolosa.

Si verifica quando la risposta infiammatoria dell’organismo è eccessiva, danneggiando in questo modo tessuti ed organi. La sepsi si verifica quando i batteri che hanno causato l’infezione localizzata si diffondono per l’organismo dando così luogo ad un’infezione generalizzata o sistemica.

Che cos’è la sepsi e quali sono le sue cause

La sepsi non è altro che una complicazione data da un’infezione batterica. Si tratta di un evento abbastanza raro ad oggi, ma che se non viene riconosciuto e curato in tempo può risultare letale.

Ad essere colpiti da questa complicazione sono soprattutto i neonati, i bambini e gli anziani, così come i soggetti con sistema immunitario debilitato o chi ha una malattia cronica come diabete, AIDS, malattie epatiche... ne è particolarmente soggetto anche chi ha subito delle gravi ustioni.

Sono diversi i tipi di infezione che possono portare alla sepsi, eccone alcuni:

  • polmonite
  • appendicite
  • peritonite
  • infezioni del tratto urinario
  • colecistite o colangite
  • infezioni della pelle e degli strati sottostanti
  • infezioni dopo un intervento chirurgico
  • meningite o encefalite
  • osteomielite
  • endocardite

Quali sono i sintomi della sepsi

Nei casi in cui l’infezione faccia il suo normale decorso, il nostro sistema immunitario riesce a mantenerla circoscritta alla zona del corpo dalla quale ha avuto origine, l’infezione si dice quindi localizzata. Nella condizione normale quindi i globuli bianchi distruggeranno i batteri responsabili dando vita ad un’infiammazione.

Nel caso in cui il sistema immunitario non riesca a fermare l’infezione, essa diventa generalizzata dando vita ad una risposta infiammatoria abnorme che rischia di causare danni più gravi dell’infezione stessa.

Alcuni dei sintomi di questa condizione sono: febbre (superiore a 38.3°), oppure una diminuita temperatura corporea (ipotermia, inferiore a 36°), brividi e tremore, battito cardiaco accelerato (superiore a 90 battiti al minuto), aumento della frequenza respiratoria. Nel caso la sepsi non venga riconosciuta in tempo, rapidamente i sintomi diventano ben più gravi: sensazione di vertigini, grave senso di debolezza, confusione o disorientamento, diarrea, nausea e vomito, biascicamento, dolori muscolari, grave mancanza di respiro, grave riduzione della produzione di urina, pelle fredda, umida e pallida, possibile presenza di chiazze, perdita di conoscenza.

Nel caso in cui i medici pensino che il paziente è in stato di sepsi, si può diagnosticare mediante degli esami del sangue che valutino se il numero di globuli bianchi è normale e se la concentrazione di marcatori di infezione sia aumentato e di quanto.

Come si cura la sepsi

Nel caso in cui ad un paziente sia diagnosticata la sepsi esso deve essere immediatamente ricoverato in ospedale, lì verrà trattato in base al sito dell’infezione iniziale, degli organi interessati, e della gravità dei danni provocati dall’infezione fino a quel momento.

Bisogna quindi agire su tre fronti: contrasto dell’infezione, mantenimento e supporto funzionale degli organi e prevenzione dei cali di pressione. La prima cosa da fare solitamente è la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro, dopodiché va isolato il batterio responsabile attraverso le analisi del sangue, e fatta un’indagine per capire quale sia l’antibiotico più adatto.