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I sogni rappresentano sin dai tempi dell’antichità una fonte di interesse inesauribile, capace di coinvolgere personalità di differente cultura e formazione.
Nel corso della storia filosofi, mistici, psicologi e neuroscienziati si sono interrogati sull’origine dell’attività onirica e sulla sua funzione. Uno su tutti: agli inizi del ‘900 infatti, Sigmund Freud portò alla ribalta lo studio sull’argomento, e anche se la sue teorie ebbero un indiscutibile successo dominando la scena della psicanalisi per molti anni, oggi il numero delle prospettive di ricerca applicata ai sogni è piuttosto aumentato. A dare un contributo fondamentale in questo senso sono state principalmente le neuroscienze, neurologia in primis: ma qual è il vero significato dei sogni?
Il punto di partenza centrale per l’indagine neurologica è naturalmente uno solo: il cervello. È proprio quest’organo il principale “artefice” delle nostre esperienze durante il sonno. Quando gli occhi si chiudono infatti, perdiamo via via il contatto con il mondo esterno, diventando spettatori del lavoro dei nostri recettori neuronali. Per quasi due ore a notte, il nostro immaginario si popola di immagini fantastiche, e mentre i muscoli del corpo sembrano paralizzarsi il cervello rimane attivo mantenendo ritmi propri della veglia.
Questo processo contraddistingue quella che viene definita fase del sonno REM (Rapid Eye Movement), caratterizzata da un veloce movimento dei bulbi oculari.
Sembra che i sogni, uniti a una sufficiente qualità del sonno, siano importantissimi per il benessere psico-fisico degli esseri umani. In termini strettamente biologici infatti pare che essi svolgano un ruolo fondamentale in diversi processi cerebrali:
Questo in parte aiuterebbe a spiegare come mai esistano differenze così nette fra i sogni fatti da uomini e donne, così come fra quelli degli adulti e quelli dei bambini.
Difficile tuttavia limitarsi ad un’analisi puramente fisiologica del sogno. La natura bizzarra e fantastica delle immagini veicolate dall’esperienza onirica viene infatti indagata anche dalla psicologia, con l’obiettivo di comprendere il funzionamento e il ruolo delle emozioni.
In questo senso i sogni sereni, caratterizzati da eventi piacevoli e situazioni desiderabili costituirebbero una sorta di punto di contatto con le emozioni positive sperimentate durante la veglia. Essi possono spesso avere la funzione di stimolare la creatività, fornendo diversi punti di vista rispetto a quelli proposti dalla razionalità della vita quotidiana.
Che funzione avrebbero allora i sogni negativi? A differenza di quanto si possa credere, questi ultimi non hanno come unico scopo quello di terrorizzare chi sta dormendo: secondo diverse teorie psicologiche e psicanalitiche gli incubi aiutano a far fronte alle paure più intense e profonde, razionali o irrazionali che siano.
Essi avrebbero poi la funzione di mantenere viva l’attenzione degli individui su problemi che naturalmente si tenderebbe a nascondere, sottovalutare o addirittura dimenticare volontariamente.
I risultati scientifici sopra esposti non sono ad oggi ancora in grado di fornire una spiegazione univoca ed esaustiva del fenomeno onirico. Questo campo di ricerca necessita infatti di ulteriori approfondimenti, che nel corso del tempo stanno diventando sempre più possibili anche grazie all’avvento di nuove tecnologie e macchinari specifici per lo studio del cervello.
Tutti i diversi ambiti di ricerca sul tema comunque, tendono ad attribuire ai sogni un’importante funzione evolutiva.