Cos’è la stimolazione magnetica transcranica? Gli effetti e i rischi

Condividi

La stimolazione magnetica transcranica, conosciuta anche con l’acronimo TMS, è una tecnica non invasiva che si basa sulla stimolazione elettromagnetica, a corrente indotta, del cervello e di tutto il sistema nervoso centrale.

Questa permette di chiarire il funzionamento di tutte le connessioni neuronali presenti nel cervello tramite la provocazione di una minuscola lesione che inibisce il funzionamento di una specifica area dell’organo nella persona che vi si sottopone.

Cos’è la stimolazione magnetica transcranica

La stimolazione magnetica transcranica si basa sull’impiego di un campo magnetico orientato verso alcune aree specifiche della corteccia celebrale. In particolare si utilizza nei casi in cui ci siano disturbi psicologici e neurologici come ad esempio depressione, dipendenza da sostanze, problemi comportamentali, disturbi compulsivi a livello alimentare, morbo di Parkinson e depressione.

Può essere usata anche nel caso di dolore cronico o di problemi motori.

L’utilizzo di questa tecnica è stato approvato anche dalla Food and Drug Administration (FDA). Per questo motivo tale metodo di cura può essere sfruttato anche nel trattamento dell’emicrania. L’impiego della TMS ripetuta (rTMS) è invece consentito e utilizzato per trattare la depressione resistente ad atri tipi di trattamenti, sia terapeutici che farmacologici. In generale comunque la TMS è utilizzata in maniera molto ampia a scopo di ricerca durante numerosi studi.

Solo di recente infatti si è iniziato a impiegare tale tecnica per scopi terapeutici utili a curare in modo importante vari disturbi di origine psichiatrica e di origine neurologica.

I rischi

La stimolazione magnetica transcranica non presenta rischi se viene effettuata in condizioni di sicurezza. Chiaramente devono essere alcune valutazioni preliminari per assicurarsi delle buone condizioni di salute del soggetto che vi si vorrà sottoporre. Prima di iniziare il trattamento, di solito i pazienti vengono sottoposti a dei questionari che risultano essenziali per decidere se sarà possibile o meno sfruttare la cura.