Suicidi: una ricerca svela quali sono i giorni e gli orari più a rischio

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L’argomento suicidio in Italia sta prendendo sempre maggiore importanza, soprattutto dopo i diversi fatti di cronaca riportati dai media riguardanti i suicidi di diversi studenti universitari.

Sull’argomento suicidio hanno fatto diverse ricerche negli ultimi anni anni René Freichel e Brian O’Shea, che hanno cercato di capire se ci fosse correlazione tra suicidi e periodo dell’anno e se ci fosse una particolare fascia oraria in cui si è più propensi ad avere pensieri autolesionisti. I risultati della ricerca condotta tra Regno Unito, Stati Uniti e Canada, ha del sorprendente.

Quali sono i giorni e gli orari più a rischio suicidio: cosa dice la ricerca

Lo studio pubblicato da Nature Translational Psychiatry nel corso degli ultimi anni ha evidenziato un trend chiaro. Stando a quanto emerge dall’indagine condotta su un campione di più di 10.000 persone gli orari in cui le persone sono più propense a volersi togliere la vita sono dalle 4 alle 6 del mattino, il mese in cui si è più portati ad avere una giornata no, che alla mente l’idea di compiere l’estremo, gesto è dicembre.

Un altro dato riguardante i suicidi è particolarmente interessante: generalmente si pensa che i mesi in cui si è più propensi al suicidio sono quelli invernali, o che il periodo con più suicidi sia quello vicino alle feste di Natale. Tecnicamente è vero, ma lo studio spiega meglio la questione: il picco di pensieri suicidi e autolesionisti è in effetti nei mesi invernali, in particolare dicembre. Il periodo in cui però comportamenti di questo genere vengono effettivamente messi in atto è quello tra primavera ed estate.

La spiegazione trovata dagli scienziati è semplice: per passare dai pensieri ai fatti ci vuole del tempo, perciò questi pensieri si sviluppano nei mesi invernali per essere messi in atto poi nei mesi successivi.

Quali sono i motivi per cui la primavera è il periodo più a rischio per i suicidi

Nella dettagliata ricerca pubblicata recentemente dagli studiosi dell’Università di Nottingham, dell’Università di Amsterdam e dell’Università di Harvard, vi sono chiaramente anche delle ipotesi dietro i dati riportati.

Questo è quanto ha osservato O’Shea: “Sappiamo che l‘inverno è il periodo in cui le persone con problemi di salute mentale possono sperimentare un peggioramento delle proprie condizioni il cambio di stagione colpisce molte persone, per cui potrebbe sorprendere che in realtà il tasso di suicidi raggiunga il picco in primavera. Le ragioni alla base di questo dato sono piuttosto complesse, ma il nostro lavoro mostra che pensieri e umore suicidari si verificano con maggiore frequenza e intensità nel mese di dicembre, per poi migliorare verso giugno”.

“Il nostro lavoro esamina le tendenze temporali relative all’umore e ai pensieri autolesionisti su una scala molto ampia e potrebbe essere utile a definire quando è più efficace implementare strategie di intervento“.

Come è stato suddiviso lo studio

Per riuscire a comprendere nel miglior modo possibile le motivazioni dietro al gesto del suicidio, lo studio ha diviso in tre gruppi il campione di persone prese in esame: chi aveva già tentato il suicidio, chi mostrava segnali di idee suicide o autolesioniste, chi non aveva mai mostrato segnali di questo tipo.

I risultati dello studio sono molto indicativi: il peggioramento delle condizioni di chi ha già tentato il suicidio nel mese di dicembre è significativo.

Qual è lo scopo dello studio

Oltre che a conoscere meglio il fenomeno per scopi scientifici, chiaramente l’obiettivo dello studio portato avanti da Nature Translational Psychiatry è quello di prevenire il più possibile atti di autolesionismo e suicidio. Individuando quali sono i mesi più pericolosi dell’anno su questo fronte, si può anche pensare a come e quando intervenire più efficacemente sui pazienti