Svegliarsi meglio col simulatore d’alba

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La luce che filtra tra le tende, gli uccellini che cinguettano, i suoni della strada che si riempie di passi e di persone.

Per sentirsi ricaricati e di buon umore, a volte basta svegliarsi un po’ più tardi al mattino. Ma il risveglio a cui molti di noi sono abituati è ben diverso. Ti alzi col cuore in gola al trillo spietato della radiosveglia, sei già in ritardo, cerchi gli occhiali a tentoni. Infili le ciabatte e schivi il gatto – se ce l’hai – la pila di vestiti sporchi nell’angolo – se sei quel tipo di persona – lo spigolo del comodino – se sei fortunato.

Ti lavi, ti vesti, ti precipiti fuori casa che è ancora buio.

Quando la luce conta

La giornata è già faticosa di per sé: perché anche svegliarsi deve essere un trauma? Certo, come nota il dottor Philip Alapat, per la maggior parte di noi la suoneria della sveglia è davvero fastidiosa. Ma non inevitabile. L’alternativa, ben più soft, potrebbe essere la luce.

Il dottore è un esperto di medicina del sonno, e lavora presso il Baylor College of Medicine.

Gli esseri umani – spiega – vivono rispettando un ritmo circadiano. Una specie di orologio biologico che ci fa venire sonno di notte e ci fa essere vigili durante il giorno. Il ritmo circadiano può essere influenzato da una serie di elementi esterni, e il più potente in questo senso è la luce. Perciò siamo più attivi durante il giorno, quando c’è luce, e più sonnolenti durante la notte, quando è buio. Il meccanismo funziona non solo con la luce naturale del sole, ma anche con quella artificiale.

Intervenendo su quest’ultima strategicamente, potremmo migliorare la qualità sia del nostro sonno sia della nostra veglia.

Il primo momento da preparare è quello in cui ci addormentiamo. Gli schermi di tablet, telefonini e simili sono una fonte di luce, che come tale comunica al nostro cervello un messaggio preciso: non addormentarti, resta sveglio. Chi guarda film sul telefonino o legge dal tablet prima di andare a dormire, farà molta più fatica a rilassarsi.

Questo ritarda la fase in cui il nostro sonno si fa più profondo, e ci fa alzare più stanchi il mattino dopo, o addirittura ci stimola a svegliarci durante la notte. Il suggerimento del dottore è quindi quello di spegnere tablet e telefonini almeno 30 minuti prima di andare a letto, e di tenerli lontani dal comodino.

Cos’è un simulatore d’alba

Il secondo momento, il più critico, è quello del risveglio.

La strategia vincente per renderlo meno doloroso possibile è quella di farlo assomigliare al risveglio naturale. Il concetto è lo stesso, ma questa volta ha lo scopo opposto: se c’è abbastanza luce nella nostra stanza quando ci svegliamo, saremo più facilitati a scendere dal letto e cominciare la giornata. Come fare però, se fuori è ancora buio? La soluzione è una combinazione di luce e radiosveglia: il cosiddetto simulatore d’alba.

Si tratta di una lampada programmabile con un timer, o di una sveglia con luce incorporata, da tenere vicino al letto.

Basta impostare il dispositivo sull’orario del nostro risveglio, e il simulatore si accenderà e aumenterà di luminosità a mano a mano che si avvicina l’ora in cui dobbiamo alzarci. L’aumento di luminosità è graduale, come graduale è il volume della suoneria che può essere associata ad alcuni di questi apparecchi. Il corpo recepisce a poco a poco il cambiamento di luce e suono, e inizia ad uscire dallo stato di torpore prima che ne prendiamo effettivamente coscienza.

Alcuni simulatori hanno più opzioni per la suoneria: possono trasmettere musiche, collegarsi alla radio FM, o riprodurre suoni della natura. Lo scopo è sempre quello di ingannare il nostro cervello, facendogli credere che fuori dalla finestra stia esplodendo la primavera – un periodo dell’anno luminoso. Il cervello viene indotto a comportarsi di conseguenza e a mantenere più attivo l’organismo, contrastando così la letargia che assale tutti noi durante l’inverno, quando le giornate si accorciano.