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Un pasto non adeguato, stress, sedentarietà, alcuni farmaci, possono portare a situazioni di stitichezza, o sindrome dell’intestino pigro.
Una condizione accompagnata da diversi disturbi come gonfiore, digestione lenta, facile affaticabilità, malessere generale e conseguente irritabilità.
Nei casi di stitichezza occasionale è possibile ricorrere a dei rimedi fitoterapici, ossia con che prevedono l’utilizzo di piante o estratti di piante per la cura delle malattie, per liberarci da questa condizione senza ricorrere ai farmaci che potrebbero avere effetti collaterali. Tra questi troviamo alcune tisane alle erbe per ridare al nostro intestino la giusta motilità in modo naturale.
Vediamo insieme quali sono le due erbe lassative più utilizzate, le loro proprietà e come preparare una tisana dai benefici assicurati.
(Cassia angustfolia)
Rappresenta uno dei rimedi naturali ad azione lassativa più utilizzati al mondo, infatti viene largamente utilizzata con successo nel trattamento della stitichezza, sia in forma di rimedio fitoterapico che in forma di farmaco vero e proprio.
Della senna vengono utilizzai i frutti e le foglie essiccate e la sua attività purgante si deve alla sinergia tra i suoi componenti, i glicosidi antrachinonici: i sennosidi A e B.
Le proprietà lassative della senna sono inoltre state confermate da molti studi clinici, tanto che gli estratti di senna rientrano nella composizione di preparati e farmaci con indicazioni, appunto, per il trattamento della stitichezza occasionale.
Nella medicina popolare la senna viene utilizzata anche come rimedio contro la febbre e come antielmintico (antiparassitario), mentre nella medicina indiana, l’Ayurveda, la senna è impiegata sia come rimedio lassativo, sia come rimedio per il trattamento di disturbi epatici, ittero, anemia e splenomegalia (milza ingrossata).
(Rhamnus frangula)
Possiede proprietà lassative, conferitele dai glucosidi antrachinonici in essa contenuti, la cui azione è di tipo irritativo. Ossia, tali molecole agiscono stimolando la peristalsi intestinale e ostacolando, di conseguenza, l’assorbimento di acqua e sali a livello del colon.
I glucosidi manifestano la loro attività solo dopo che i batteri della flora intestinale li hanno idrolizzati e trasformati successivamente in antroni (molecole dall’azione lassativa). Questo processo spiega il periodo di tempo che passa tra l’assunzione della frangola e il manifestarsi dell’azione purgativa, che può essere anche di 12-16 ore.
Della frangola si utilizza la corteccia di fusto e rami che, una volta essiccata, ne rappresenta la droga.
La corteccia della frangula è reperibile in taglio tisana acquistabile in erboristeria o all’interno di miscele pronte all’uso contenenti anche altre erbe che ne possono coadiuvare l’azione
Entrambe le erbe sono reperibili in erboristeria, sia sfuse che già miscelate in proporzioni adeguate.
Questa miscela è in grado di provocare una evacuazione dopo circa sei/otto ore dall’assunzione.
È possibile, inoltre, preparare una bevanda lasciando macerare per 10-12 ore la droga in acqua a temperatura ambiente: la preparazione risulta essere più efficace e sicura dell’infuso.
In seguito all’assunzione di preparati a base di lassativi come senna e frangola, possono manifestarsi dolori addominali, diarrea e vomito.
L’uso di erbe lassative, come senna e frangola, non dovrebbe essere fatto senza il consulto preventivo con il medico e non dovrebbe protrarsi per un periodo superiore a una o due settimane. Si può infatti andare incontro ad una disidratazione con grande perdita di ioni potassio, fino ad arrivare all’ipokaliemia, inoltre, si potrebbe andare incontro a nefropatie, edema e accelerazione del deterioramento osseo.
Inoltre, l’utilizzo di senna e frangola è controindicato anche in gravidanza, durante l’allattamento e in bambini con età inferiore ai 10-12 anni.