La maggior parte delle donne non si rende conto di quanto siano dannosi i disturbi dell’alimentazione per la loro salute.
Molti pensano che l’eccessiva magrezza sia normale e persino attraente. Oppure pensano che prendere purghe sia l’unico modo per evitare di ingrassare. Anche gli operatori sanitari a volte non riescono a riconoscere i segnali e ad intervenire.
Quando si perde una grande quantità di peso, spesso si viene ammirati. Le persone non riescono a rendersi conto che un disturbo alimentare potenzialmente grave può essere alla base della vostra perdita di peso.
Inoltre, è facile confondere i disturbi alimentari con altri problemi emotivi. Anche se, ad esempio, le donne che soffrono di depressione possono perdere o aumentare di peso, ciò non le rende necessariamente anoressiche o non significa che stiano mangiando in eccesso. A differenza di quelle con anoressia o bulimia, le donne che soffrono di depressione non hanno un’immagine distorta del corpo, un interesse ad essere magre o una compulsione ad eccedere.
I disturbi dell’alimentazione possono essere fatali. Per questo non bisogna aspettare troppo prima di affrontare il problema. Fortunatamente, il rischio di morte o di danno grave è diminuito con un trattamento tempestivo e aggressivo. Prima si riceve aiuto, maggiori saranno le possibilità di un completo recupero.
Tuttavia, il trattamento non è un compito facile. Quando un’anoressica arriva ad essere affamata, si sente meglio. Quando una persona che una fame insaziabile o chi spesso si abbuffa, eccede nel mangiare, si sente meno depresso.
Il disturbo alimentare ha uno scopo. Diventa una specie di compagno. È difficile lasciarlo andar via.
Non sorprende che le ricadute siano comuni e il successo spesso arriva solo dopo aver provato diversi approcci terapeutici. Un gruppo di terapia composto da dietologi, psicoterapeuti e medici può utilizzare congiuntamente una varietà di metodi di trattamento, tra cui:
A causa dell’elevata incidenza della depressione nelle donne con disturbi alimentari, in particolare la bulimia, l’operatore sanitario può raccomandare antidepressivi se non si risponde alla psicoterapia entro quattro o cinque mesi. Uno studio di un anno ha determinato, tuttavia, che quando un antidepressivo veniva usato come unico trattamento senza terapia cognitivo-comportamentale, il tasso di successo era solo del 18%, quindi non esiste una “pillola magica” per far sparire il disturbo.
Gli antidepressivi più comuni prescritti per la bulimia includono imipramina (tofranil), desipramina (Norpramin) e fluoxetina (Prozac). Il Prozac è efficace a dosi più elevate (60 mg) ma a basse dosi (20 mg) ha un impatto minimo sul ciclo di mangiare in eccesso (binge) e spurgo. Alcuni studi utilizzano naltrexone o naloxone, farmaci che vengono usati contro la tossicodipendenza. I ricercatori sperano che tali farmaci ridurranno gli oppioidi naturali che potrebbero essere rilasciati durante le abbuffate.