Il tumore dell’esofago colpisce principalmente gli uomini dopo i 60 anni e rappresenta uno dei cancri più diffusi al mondo.
Data la sua aggressività risulta spesso mortale, ma nonostante ciò sono previste delle cure differenti a seconda dei casi. Un comportamento specifico potrebbe prevenire questa malattia, limitare i suoi danni, o evitare la sua espansione se risulta ancora in uno stato iniziale.
Grazie all’esofago gli alimenti consumati vengono condotti dalla gola allo stomaco. Questo organo dell’apparato dirigente è ricco al suo interno di ghiandole mucose che favoriscono il passaggio del cibo ingerito, mentre all’esterno è rivestito da un tessuto muscolare.
Se le cellule che costituiscono le ghiandole, o le cellule che rivestono la parete interna dell’esofago, subiscono una crescita anomala e incontrollata, si verifica il tumore dell’organo stesso. A seconda delle cellule coinvolte possono classificarsi tre tipi di tumori differenti:
Spesso risulta complicato acquisire consapevolezza del tumore dell’esofago, nella maggior parte dei casi, infatti, non si manifestano dei sintomi chiari e indicatori nella fase iniziale, la quale permette una cura sicura. Al contrario, in uno stadio avanzato della malattia risulta problematico deglutire e ingerire correttamente gli alimenti e i liquidi, seguono inevitabilmente rigurgito e perdita di peso.
Inoltre, può manifestarsi anche un’alterazione del tono della voce e tosse soffocante in seguito ad un riversamento di liquido nel rivestimento dei polmoni.
Le cause che motivano la comparsa del tumore dell’esofago sono multifattoriali e si distinguono a seconda del soggetto:
Esistono di fatto alcuni cibi ideali per la prevenzione del tumore.
Le tecniche diagnostiche utilizzate dai medici per determinare la presenza del tumore dell’esofago possono essere costituite da TAC, Ecoendoscopia, o da Tomografia a Emissione di Positroni, conosciuta come PET.
Per curarlo, invece, si utilizzano alcune terapie che nell’ultimo decennio hanno subito vantaggiose evoluzioni:
Questa operazione in alcuni casi può essere affiancata da un trattamento integrativo che comprende anche chemio e radioterapia pre o post intervento.