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E se per smettere di fumare fosse sufficiente una semplice pillola? Oggi è possibile, grazie ad una ricerca dell’Università di Oxford che ha scoperto la Vareniclina.
Si tratta di un nuovo principio attivo in grado di contrastare gli effetti dell’astinenza da tabacco e di eliminare gli effetti piacevoli legati al fumo. I ricercatori hanno notato che chi assume il farmaco ha più del doppio di possibilità di smettere di fumare rispetto a chi non lo assume.
La terapia a base di Vareniclina è disponibile anche in Italia, anche se non è annoverata tra quelle offerte dal Sistema Sanitario Nazionale.
Con l’arrivo della pillola anti-fumo, dopo USA, Gran Bretagna Francia, Germania e Spagna, il medico ha a disposizione uno strumento concreto per aiutare i propri pazienti a smettere. Seguendo il trattamento per 12 settimane, il costo da sostenere è di circa 350 euro.
Vareniclina è un nuovo farmaco ideato per far smettere di fumare gli adulti. Agisce legandosi ai ricettori a cui solitamente si lega la nicotina, favorendo in questo modo un minor rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore che gioca un ruolo importante nella gratificazione.
E’ il primo farmaco sviluppato esclusivamente per combattere la dipendenza dal fumo: elimina il desiderio di fumare e riduce i sintomi dell’astinenza.
In occasione della Giornata mondiale senza tabacco, questo farmaco è arrivato nelle farmacie italiane, il primo farmaco su prescrizione medica studiato e sviluppato per smettere di fumare. E’ inaugurata così una nuova classe di medicinali attiva a livello cerebrale sugli stessi recettori su cui agisce la nicotina. Riduce i sintomi dell’astinenza (ansia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia) e blocca il legame della nicotina con il recettore, diminuendo la soddisfazione associata al fumo.
Negli studi clinici di fase 3 i pazienti che hanno assunto Vareniclina per 12 settimane (1 mg due volte al giorno) hanno visto quasi quadruplicate le probabilità di smettere di fumare rispetto ai pazienti in trattamento con placebo, e quasi raddoppiate rispetto a coloro in trattamento con bupropione (150 mg due volte al giorno).
La dipendenza da fumo di sigarette è dovuta alla nicotina, una sostanza presente nelle foglie di tabacco.
Questa molecola entra rapidamente nel circolo sanguigno, giungendo poi al cervello dove vengono attivati due centri cerebrali. Il primo, denominato “sistema mesolimbico dopaminergico”, è responsabile della gratificazione e del piacere. Il secondo è responsabile della liberazione di alcune sostanze (catecolamine), che aumentano lo stato di veglia e vigilanza.
La nicotina agisce anche sul sistema cardiocircolatori, aumentando la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa e agendo come vasocostrittore dei piccoli vasi venosi. Per il trattamento della dipendenza dal fumo di tabacco, erano in commercio finora due tipi di trattamento farmacologico: i preparati a base di nicotina (cerotti, chewing-gum, inalatori) o il bupropione.
Questo è un antidepressivo derivato dalle amfetamine impiegato per il trattamento del tabagismo severo, ma con un profilo rischio/beneficio sfavorevole.
La nicotina contenuta nelle sigarette provoca dipendenza fisica, come spiega Stefano Nardini, Direttore dell’Unità Ospedaliera di Pneumotisiologia dell’Ospedale di Vittorio Veneto. In Italia si calcolano circa 80.000 morti causate dal fumo: un terzo per malattie polmonari croniche, un terzo per tumori, soprattutto delle vie respiratorie, e un terzo per malattie cardiovascolari.
In questo contesto, la terapia della disassuefazione dal fumo, che aiuta a prevenire le malattie croniche più diffuse e costose, si afferma come valore per la comunità.
Nella disassuefazione dal fumo, la maggior percentuale di successo (40%) si riscontra nell’ambito di programmi di supporto psicologico integrati con la terapia farmacologica. La motivazione costituisce il primo passo per smettere di fumare, senza dubbio è fondamentale un sostegno psicologico-comportamentale che può trovare un completamento della terapia farmacologica.
D’altronde, secondo una ricerca realizzata da Harris Interactive, per conto di Pfizer, 8 fumatori su 10 sostengono che smettere di fumare sia una propria scelta e una propria responsabilità. Ma il 45% ritiene fondamentale l’aiuto concreto della famiglia, del proprio compagno o compagna o degli amici. E ancora il 50% dei fumatori pensa che sia un dovere del medico aiutarli a smettere: oggi è possibile grazie a Vareniclina.
Tra le reazioni avverse gravi, quattro sono state correlate al farmaco:
Successivamente alla commercializzazione del farmaco, le segnalazioni di effetti collaterali in vari Paesi hanno confermato le reazioni avverse osservate già nel corso degli studi. Ma anche altre, di tipo psichiatrico, non previamente conosciute: depressione, comportamenti suicidari e aggressività. E’ stata anche riportata sonnolenza (che può influire sulla capacità di guidare e usare macchinari).
Casi di incidenti stradali in persone che assumevano il farmaco sono stati segnalati negli USA. Anche cadute imputabili a perdita di coscienza o confusione o vertigini, oltre che disturbi della visione. Per questi motivi, l’aviazione militare, il dipartimento dei trasporti e quello della difesa, hanno vietato l’uso di questo farmaco ai propri dipendenti.