Con il termine “Ureaplasma” ci riferiamo a un genere batterico a livello del tratto urinario.
La presenza di batteri nell’apparato genito-urinario, quando è in equilibrio, non crea quadri clinici, tuttavia, quando inizia a proliferare senza controllo, può causare infezioni. I batteri del genere Ureaplasma appartengono a quel vasto raggruppamento della famiglia dei Micoplasmi. Scopriamo come si prende e la cura.
Cosa si intende per Ureaplasma? Come gli altri componenti della famiglia dei Micoplasmi, le specie appartenenti al genere Ureaplasma non hanno parete e sono quindi insensibili agli antibiotici beta-lattamici come la penicillina.
Il suo nome deriva dal suo metabolismo: l’ureaplasma infatti per vivere e ottenere energia metabolizza l’urea, il composto chimico con cui espelliamo l’azoto in eccesso attraverso le urine. Questo spiega anche perché preferisca come ambiente l’apparato genito-urinario.
L’Ureaplasma può vivere nel microbioma umano, quindi essere parte della nostra flora batterica senza recare nessun danno percettibile all’organismo. È questo di solito il caso dell’Ureaplasma parvum.
In alcuni casi, la presenza può rivelarsi patogena e generare infezioni a livello dell’apparato genitale, sia maschile che femminile.
È la seconda specie di Ureaplasma, nota come Ureaplasma urealyticum, la responsabile delle infezioni, trasmesse per via sessuale. L’infezione da Ureaplasma si manifesta tramite:
Uretrite: un’infiammazione dell’uretra, ossia del condotto che porta all’espulsione dell’urina. In questo caso i sintomi sono un forte dolore o bruciore durante la minzione; prurito intimo e urina maleodorante.
Vaginosi: un’infezione a carico della vagina. Anche in questo caso si annotano bruciore intimo, urina maleodorante e dolore durante la minzione.
Prostatite: i batteri possono risalire l’uretra e infettare anche gli organi interni, ad esempio la prostata. I segni tipici sono la presenza di sangue nell’urina, difficoltà ad urinare, forti dolori addominali.
Endometrite: l’endometrio è una mucosa che riveste la cavità interna dell’utero e Ureaplasma può colonizzarla provocando un’infezione localizzata. I segni tipici sono dolore addominale, sanguinamento a livello della vagina, febbre.
Quando vive in equilibrio con gli altri batteri dell’organismo, l’ureaplasma non causa alcun sintomo.
Al contrario, se la popolazione batterica aumenta eccessivamente, possono verificarsi sintomi come: dolore, secrezione e prurito nella zona genitale o durante la minzione, urine torbide, sanguinolente e/o maleodoranti, dolore pelvico o addominale.
Dopo aver letto di cosa si tratta e come si manifesta un’infezione dovuta all’Ureaplasma, vediamo qual’è la cura più indicata per rimediare a questo fastidioso batterio.
Gli antibiotici di prima scelta, tipici per la cura di queste infezioni, sono l’azitromicina o la dossiciclina.
Ma nel caso in cui il batterio non risponda a questo rimedio, vengono somministrati eritromicina o fluorochinoloni.
La scelta del tipo di antibiotico sarà influenzata anche dalle incompatibilità di utilizzo in un eventuale stato di gravidanza o in neonati.
Questa terapia dovrebbe essere estesa anche ai partner sessuali sia in presenza che assenza dei sintomi tipici per far sì che il batterio non venga trasmesso.
Tra le complicanze possibili dell’infezione da ureaplasma ci sono l’infertilità maschile e femminile, la prostatite, l’uretrite, la vaginite e la rottura prematura delle membrane con nascita pretermine.
La prevenzione passa attraverso il sesso protetto, il rispetto di adeguate norme igieniche e l’evitamento di biancheria sintetica e pantaloni eccessivamente stretti.