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Nell’ultimo periodo si è sentito molto parlare di vaccini contro il Covid-19, sono diverse le case farmaceutiche che li hanno prodotti, ma quali sono le vere differenze? Ecco quel che c’è da sapere.
America, Cina, Europa, Russia. Questi i diversi paesi interessati nella produzione dei vaccini contro il Covid. Sono diversi anche i sieri?
Per comprendere bene di cosa stiamo parlando, occorre fare una differenza tra le tipologie di vaccino su cui i ricercatori stanno lavorando.
Questo vaccino funziona attraverso l’iniezione di una sequenza di RNA che dovrebbe indurre le cellule a produrre una proteina simile a quella che in realtà il nostro organismo deve debellare.
In questo caso parliamo della proteina Spike. Una volta indotta la risposta immunitaria, dovrebbero prodursi gli anticorpi che si attiveranno contro il virus.
Il vaccino a DNA funziona allo stesso modo, ma viene utilizzato un frammento di DNA sintetizzato in laboratorio, piuttosto che di RNA.
Una volta ottenuta in laboratorio la sequenza di RNA virale, si sintetizzano le sue proteine. Queste verranno poi iniettate nell’organismo, attraverso una soluzione che contiene anche altre sostanze.
Questa iniezione attiva la risposta immunitaria e dunque quella degli anticorpi contro il virus.
Capito il funzionamento dei diversi vaccini, è possibile ora fare una distinzione tra le diverse tipologie prodotte nel mondo.
Sono quelli più diffusi nei paesi occidentali. Sono i vaccini della Pfizer/Biontech e di Moderna, si basano sulla tecnologia dell’RNA messaggero e sono stati entrambi finanziati dagli USA. E’ la prima volta che si utilizza questo tipo di vaccino a mRNA nell’uomo, e sembra avere un’efficacia del 95%.
Il vaccino di Astrazeneca, invece, utilizza un vettore virale inattivato di scimpanzé. Rispetto agli altri due vaccini ha riportato un grave effetto collaterale: il disturbo neurologico della mielite.
Il vaccino Reithera è stato studiato dai ricercatori italiani ed è ancora in sperimentazione. Nasce da uno studio dei virus nei gorilla.
E’ stato chiamato Sputnik V, ed è basato sui vettori adenovirali umani. Ha manifestato un’efficacia per il 95% dopo circa 40 giorni dall’iniezione.
Secondo gli scienziati russi, questo tipo di vaccino consentirebbe una risposta immunitaria più forte e a lungo termine. Il vaccino contiene solo informazioni generiche del virus, quindi attraverso l’iniezione non lo si contrae. Gli effetti collaterali non sono stati gravi, ed è stato già richiesto per 1 miliardo di dosi.
I vaccini cinesi contro il Covid in fase avanzata si basano sulla tecnologia del virus inattivato. A differenza delle altre sperimentazioni i cinesi hanno voluto percorrere la vecchia strada, che potrebbe garantire comunque grande efficacia.
Tuttavia, i vaccini cinesi non hanno superato ancora la terza fase, perché l’inattivazione del virus richiede tempistiche lunghe, in quanto richiede l’utilizzo in vitro di più cellule.