La pandemia di Covid-19 ha accelerato moltissimo lo sviluppo della tecnologia dei vaccini a mRNA, che esiste da almeno trent’anni e i principi sui quali si basa sono studiati dagli anni Sessanta.
Ma cos’è il vaccino anti infarto, e come funzionerà?
Potrebbero arrivare entro il 2030 i primi vaccini personalizzati a mRna contro tumore, infarto e malattie autoimmuni. La tecnologia a mRNA prevede l’uso di istruzioni genetiche che servono per addestrare il nostro sistema immunitario a combattere contro un patogeno specifico.
Questo vaccino dovrebbe “prevenire” gli infarti che rappresentano una delle principali cause di morte nella popolazione adulta. Si calcola che ogni anno in Italia siano oltre 230mila le vittime tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari, contro le circa 189mila per tumori.
La sperimentazione del vaccino anti infarto l’ha dichiarato il Guardian riportando l’annuncio dell’azienda americana Moderna, la stessa che ha appunto creato uno dei vaccini contro il corona virus che si sono rivelati più efficaci.
Moderna, al momento, sta lavorando a vaccini contro il virus sinciziale e contro il melanoma. Per entrambi ha ottenuto dall’Fda americana la breaktrough therapy, cioè la procedura accelerata di approvazione. Per il virus sinciziale, in particolare, il vaccino ha mostrato un’efficacia dell’83,7% nel prevenire almeno due sintomi, tosse e febbre, negli over 60.
In particolare, l’Rna utilizzato codifica per una proteina nota come Vegf-a, che è utilizzata per promuovere la rivascolarizzazione e così aumentare la perfusione del cuore ischemico.
I primissimi, pochi dati clinici presentati nel 2022 mostrano un moderato, incoraggiante beneficio della funzione cardiaca nei pazienti trattati rispetto a quelli di controllo ma la statistica è davvero fondata su campioni troppo piccoli per poter trarre qualcosa di più che un auspicio.
I veri dati solidi sono quelli in animale, ove è stata dimostrata un’estensiva rivascolarizzazione in accompagnamento alla ripresa funzionale.
L’azienda farmaceutica statunitense “E’ fiduciosa di poter avere pronti terapie a mRNA contro il cancro, le malattie cardiache, autoimmuni, respiratorie ed altre, tra cui malattie rare, entro il 2030”.
Per l’infarto, tumori e altre malattie si parla di vaccini terapeutici (non preventivi), che ‘insegnano’ al sistema immunitario a riconoscere il ‘nemico’, che sia questo un virus, un batterio, una cellula tumorale già presente o molecole alla base di altre patologie.
Questi vaccini non vanno bene per tutti ma saranno appunto personalizzati e realizzati su misura. E sono ancora in fase di sperimentazione.