Avete mai sentito parlare della Vigoressia? Tra i disturbi psicologici legati alla preoccupazione ossessiva per l’aspetto esteriore è uno dei meno noti ma altrettanto diffuso, anche tra le donne.
Ecco cos’è e come uscirne.
La vigoressia femminile è una patologia psicologica contraddistinta dalla preoccupazione ossessiva e quasi sempre infondata che il proprio corpo sia non sufficientemente muscoloso, magro e atletico, insomma bello e perfetto a livello estetico. Vigoressia o anche nota come bigoressia rientra nella categoria dei disturbi di tipo ossessivo compulsivo. Si tratta di una forma di dismorfofobia (preoccupazione per le forme) che, secondo alcuni, rappresenterebbe l’equivalente maschile dell’anoressia (“anoressia inversa”).
La Vigoressia in realtà colpisce seppur in modo minore anche le donne, che si ossessionano per l’aspetto fisico e dal non vedersi muscolose, non allenate a sufficienza. E’ proprio questa ossessione del mantenersi in forma e allenarsi costantemente che prende prende il nome di Bigoressia, vigoressia o anoressia inversa. Spesso chi ne soffre non se ne rende neppure conto e le donne, esattamente come gli uomini, arrivano a trascorrere molte ore della giornata in palestra sottoponendo il corpo a estenuanti sessioni di esercizi di potenziamento muscolare.
Ma quali sono le possibili cause?
Gli esperti da diverso tempo si interrogano su quali possono essere le cause della vigoressia femminile. Alcune esperienze di vita e fattori psicologici possono aumentare le probabilità di avere una dismorfismo muscolare. Esperienze negative durante l’infanzia, come il bullismo, la discriminazione per la propria appartenenza sociale, religiosa o le prese in giro per la propria taglia, possono avere un ruolo fondamentale.
Altri studi hanno osservato come spesso l’ambiente familiare sia implicato, dove almeno uno dei due genitori sia incline a forte perfezionismo, attenzione alle apparenze e a un rapporto con il cibo ossessivo.
Senza contare le “cause” che provengono dall’esterno, da modelli estetici sempre più competitivi e irraggiungibili. E le conseguenze?
La vigoressia a lungo andare comporta diversi rischi per la salute fisica e mentale. Ad esempio problemi legati a un regime alimentare sbilanciato, eccessivamente proteico a cui si aggiunge l’uso di integratori. Le possibili complicanze che possono svilupparsi in questi pazienti sono molteplici: malattie cardiovascolari, danni al fegato e ai reni.
Le conseguenze sono anche sul piano psichico: depressione, ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, insoddisfazione cronica per ciò che riguarda il proprio aspetto fisico accompagnata da una costante paura di perdere gli obiettivi raggiunti, si riscontrano spesso in chi soffre di vigoressia.
La vigoressia, come visto, rientra nelle patologie ossessive legate appunto all’ossessione per il proprio corpo che non è “abbastanza” allenato e muscoloso. Questa è chiamata anche bigoressia o sindrome di Adone, e date le sue caratteristiche, non sorprende che la bigoressia sia diffusa prevalentemente tra coloro che frequentano assiduamente le palestre e tra gli amanti del bodybuilding, tanto da essere chiamata anche “malattia del bodybuilder”.
Le persone con vigoressia di solito si presentano in buona salute, almeno a breve termine.
Le importanti conseguenze psicologiche e sociali spesso non vengono riconosciute e, quindi, non vengono trattate. Il trattamento invece consiste nella psicoterapia cognitivo-comportamentale, talvolta associata a una terapia farmacologica a base di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina.
Anche il supporto della famiglia e degli amici è importante, perché possono avere un ruolo nel convincere la persona a ridurre il numero di ore dedicate all’esercizio fisico, sostituendo quest’attività con nuove abitudini e hobby da svolgere insieme per combattere l’isolamento sociale che spesso accompagna la vigoressia.