Anzitutto è fondamentale specificare che si tratta di un complesso vitaminico, poiché esistono due tipi diversi di vitamina K: K-1 e K-2.
La K-1 si trova in un numero maggiore di alimenti ed è abbondante nelle verdure verdi e negli oli estratti da alcune piante. Al contrario, la K-2 può trovarsi in alcune fonti animali, ma anche in legumi e verdure fermentati. L’aggiunta di alimenti ricchi di vitamina K alla propria dieta può comportare notevoli benefici per l’organismo. Ad esempio, la vitamina K-2 sembra migliorare la qualità del sistema scheletrico.
La vitamina K può anche giocare un ruolo fondamentale nella coagulazione del sangue e nel prevenire l’Alzheimer, come dimostrano molte ricerche scientifiche che hanno evidenziato il fatto che gli anziani che la assumono migliorano le proprie capacità cognitive e hanno meno difficoltà a ricordare. Il complesso vitaminico K è un elemento importante da assumere se si vogliono mantenere in ottimo equilibrio i propri livelli di insulina. Consumare più vitamina K contribuisce inoltre a tenere sotto controllo il livello glicemico.
Nonostante alcune erbe aromatiche, come ad esempio basilico, salvia e timo, contengano quantità molto elevate di questa vitamina, risulta difficile che una persona possa usarne quantità elevate durante la cottura, anche se è importante tenerne conto per aumentare il bilancio complessivo.
Le persone che seguono con costanza una dieta equilibrata ricca di frutta e verdura assumono sicuramente sufficiente vitamina K, in particolare K-1. Per essere certi che sia così, uno dei modi più semplici per includere ulteriore vitamina K-1 nella dieta è mangiare verdure a foglia verde e di tipo frondoso.
Fonti comuni di vitamina K-2, includono carne, in particolar modo nel fegato, e alcuni derivati del latte come latticini e formaggi. Per coloro che seguono un regime vegetariano o vegano, le alternative possono essere limitate, tuttavia una buona opzione è la soia fermentata, piatto giapponese conosciuto con il termine “natto”. Le vitamine K-1 e K-2 sono essenziali per la salute generale, e alcuni alimenti facilitano il raggiungimento dei valori raccomandati quotidianamente.
Per fare incetta dei potenziali effetti benefici della vitamina K, nella dieta non possono mancare:
– le bietole, ricche anche di potassio e ferro;
– gli spinaci, che contengono vitamina e acido folico;
– il crescione, noto per le ottime proprietà depurative;
– le carote da consumare regolarmente crude;
– i legumi, importante fonte di proteine di origine vegetale.
Incorporare ogni giorno tutti questi alimenti non è un obbligo, tuttavia è utile sapere quali cibi scegliere per essere sicuri che il corpo riceva un apporto sufficiente.
Infine, è importante fare una precisazione: chi assume farmaci anticoagulanti dovrebbe fare attenzione a non consumare vitamina K in eccesso, possibilmente parlando con un medico per verificare una dieta specifica, onde evitare di andare a contrastare l’azione delle medicine.