Tutto ciò che c’è da sapere sulla vitiligine

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La vitiligine si manifesta con la comparsa di macchie di colore bianco (o comunque più chiaro della norma) in diverse zone della pelle.

Questo schiarimento della cute è dovuto a una mancanza di pigmentazione normalmente fornita dai melanociti (cellule cutanee da cui dipende la colorazione della pelle). Essa è conosciuta sin dall’antichità: descrizioni della malattia possono essere ritrovate nell’Antico Testamento, dove in particolare la vitiligine veniva confusa con la lebbra, causando forte emarginazione nei confronti di chi ne era colpito. Ma cosa si sa riguardo alle origini di questa particolare condizione? Quali sono le cause? É dolorosa? Ecco cinque informazioni importanti per conoscerla meglio.

Vitiligine: un’origine non chiara

Sembra incredibile, ma nonostante le numerosissime ricerche in campo medico, non esiste un’ipotesi unitaria riguardo alle cause della malattia. Gli esperti sono però d’accordo su un fatto: l’origine potrebbe essere multifattoriale. Tra le varie spiegazioni possibili le più celebri riguardano la causa genetica, quella immunitaria e quella data da stress ossidativo. Attualmente la più accreditata pare la seconda, che spiegherebbe la vitiligine come il risultato di un errata difesa dell’organismo dai melanociti, e che porterebbe quindi l’organismo a eliminarli.

Una malattia vistosa che non provoca dolore

Anche se le macchie causate dalla patologia possono essere molto estese e spesso compaiono in più zone del corpo differenti, la mancanza di pigmentazione non corrisponde mai alla presenza di una lesione dolorosa: la vitiligine quindi non è pericolosa per l’organismo e non è fonte di invalidità. Un fatto importante da tenere in considerazione è però rappresentato dalla comorbilità della vitiligine con altri disturbi (specialmente di natura autoimmune) come alcune malattie della tiroide, il diabete mellito o il morbo di Crohn.

Quali sono le aree del corpo interessate?

Il numero e l’estensione delle macchie possono variare anche di molto da persona a persona; al momento dell’esordio esse si localizzano principalmente sulle zone cutanee maggiormente esposte al sole, come il viso e le mani. Inoltre, le aree maggiormente interessate sono:

  • le labbra
  • le areole
  • l’area inguinale-genitale
  • le ginocchia
  • tutte le parti del corpo sovente a contatto con cinture e spalline

Non di rado la vitiligine colpisce anche il cuoio capelluto, causando la crescita di capelli depigmentati.

Esistono cure per la vitiligine?

Non esiste una cura universale per questa patologia. La cura contro la vitiligine può infatti essere recepita dal paziente generando risposte molto diverse. In generale, è necessario l’utilizzo di protezioni quali creme e lozioni durante l’esposizione ai raggi solari, facendo particolare attenzione ai mesi più caldi dell’anno. Molti pazienti affetti da vitiligine preferiscono ricorrere a cosmetici dall’effetto coprente, spesso comprendenti la funzione di protezione solare.

In alcuni casi è possibile eseguire la ripigmentazione: essa viene effettuata tramite la somministrazione di cortisonici da applicare direttamente sulla cute. Un altro rimedio largamente utilizzato è la fototerapia.

Le conseguenze psicologiche

Anche se come accennato le conseguenze della vitiligine sono praticamente pari a zero sul piano fisico, su quello mentale le cose possono cambiare: per molte delle persone colpite l’impatto sull’autostima è piuttosto gravoso. Questo spiegherebbe come più del 25% dei pazienti colpiti riferisca la presenza di disturbi dell’umore o d’ansia, arrivando in alcuni casi sino alla depressione.

Evitare di puntare il dito contro chi è affetto da un disturbo sì vistoso, ma per nulla contagioso è perciò un primo passo per poter garantire una migliore qualità della vita, contribuendo a diffondere informazioni corrette sulla patologia.