Argomenti trattati
La vitiligine è una particolare malattia della pelle, causata da un’alterazione dei melanociti; le cellule addette alla produzione di melanina, i quali non riescono svolgere correttamente la loro funzione.
Il soggetto affetto da vitiligine presenta delle macchie bianche, asimmetriche, che rivelano contorni più scuri e irregolari.
La vitiligine colpisce le unghie e le zone del corpo in prossimità di aperture, come occhi, ano e genitali ma può presentarsi anche sulle mani, sul viso e sul collo. Tale patologia non è contagiosa, ma determina uno stato d’ipopigmentazione chiamata anche leucodermia, giacché le macchie provocate dalla vitiligine sono denominate anche “ipocromiche” o “acromiche”, a causa della mancanza o carenza di melanina nelle aree interessate.
Le cellule del sistema immunitario attaccano i melanociti i quali dunque non riescono più a produrre melanina, dando alla pelle quell’eccessiva pigmentazione biancastra, focalizzata solo in alcune parti del corpo. Questo vuol dire che non esistono dei fattori scatenanti precisi: ciononostante esistono alcune disfunzioni quali; disfunzioni della tiroide, lo stress e il calo delle difese immunitarie, che possono contribuire ad accentuarne i sintomi. Altre possibili cause della vitiligine sono:
-Ipotesi dello stress ossidativo, secondo la quale essa potrebbe essere causata da aumento della produzione di specie reattive all’ossigeno associata a una predisposizione genetica.
-Ipotesi del perossido d’idrogeno; ossia un’anomala di perossido d’idrogeno nelle cellule capaci di influenzare negativamente la normale pigmentazione cutanea.
Vi sono alcune malattie dermatologiche che hanno un carattere ereditario come, ad esempio, psoriasi, vitiligine, ecc. I raggi solari e altri fattori di rischio provocano cheratosi e sono indiziati come causa di melanomi. La vitiligine è una patologia autoimmune che si manifesta spesso assieme ad altre patologie di tipo metabolico ed endocrino, fra cui:
-Diabete di tipo 1;
-Morbo di Addison;
-Anemia perniciosa;
-Tiroidite di Hashimoto;
-Malattia di Graves.
Esistono tre forme, che differiscono la vitiligine in base alla disposizione delle macchie: vitiligine bilaterale e segmentale. La vitiligine bilaterale è quella maggiormente diffusa ed è così soprannominata perché le tipiche macchie bianche, sono distribuite simmetricamente in entrambe le metà del corpo. In questo tipo di vitiligine possono essere classificate altre sotto-categorie, in base alla localizzazione delle macchie acromiche:
– Generalizzata, quando più del 70% del corpo è coperto di chiazze prive di melanina;
– Acro facciale, quando le macchie si presentano solo su mani, piedi e viso;
– Focale, caratterizzata da poche macchioline permanenti;
La vitiligine segmentale rappresenta la forma meno frequente.
In questo caso, le macchie bianche asimmetriche compaiono precocemente e sono presenti solamente in una metà del corpo. La vitiligine segmentale compare prevalentemente negli infanti e in un breve periodo, di circa due anni. Infine vi è la vitiligine mista che si caratterizza per il fatto di avere un esordio segmentale che, in seguito, potrebbe evolversi verso una forma di tipo non segmentale o bilaterale.
Abbiamo già detto che i segni tipici sono rappresentati dalle macchie acromiche che compaiono sul corpo dei pazienti.
Tuttavia, è possibile che tale sintomo venga preceduto anche da prurito, come campanello d’allarme. Non essendo una malattia contagiosa, questa malattia non reca alcun danno a livello dell’organismo; ciò nonostante, un soggetto affetto da vitiligine, avendo la pelle priva della foto protezione solare garantita dalla melanina, è più sensibile alle radiazioni solari. Questo fa sì che i pazienti sono quindi maggiormente esposti a eritemi solari e scottature.
La vitiligine è una patologia dalla natura prettamente estetica e questo potrebbe provocare disturbi a livello psicologico ed emotivo, creando imbarazzo, stress e vergogna ai soggetti colpiti.
La terapia principale si chiama PUVA; acronimo di Psoraleni e UVA e prevede l’applicazione di psolareni: sostanze fotosensibilizzanti naturali, assieme alla somministrazione di raggi UV. Vi possono essere controindicazioni come nausea e vomito. Lo scopo di questa terapia è di riattivare la corretta funzionalità dei melanociti.
Vi sono poi i raggi UVB i quali permettono la risoluzione del disturbo in tempi molto più brevi, senza ripercussioni nel lungo termine. Anche in questo caso esistono effetti collaterali quali; l’eczema, il prurito e l’herpes.
Ovviamente esiste un terapia farmacologica a base di corticosteroidi, somministrati per via topica utile a favorire la ripigmentazione della pelle e sono utilizzati come supporto ad altre terapie. In alcuni casi, la sua risoluzione è possibile grazie al trapianto di melanociti: questo trattamento è però consigliato solo per le macchie di piccole dimensioni e nel caso in cui le altre terapie non abbiano portato grossi risultati.