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Lo stomaco è una delle parti più importanti del processo di digestione.
È un allargamento del tratto digestivo dove transitano gli alimenti. Sulle sue pareti ci sono le ghiandole che segregano succhi gastrici che intervengono nella digestione. Allora, cosa accade se a una persona viene estirpato lo stomaco? La rimozione dello stomaco si conosce come gastrectomia totale. Quindi si può vivere senza stomaco, anche se la vita da allora in poi cambia e naturalmente il modo di alimentarsi. Esiste tutta una serie di precauzioni e bisogna stare attenti.
In questo articolo di Tuo Benessere ti diamo risposte alla domanda “Si può vivere senza stomaco?”. Ti spiegheremo com’è la vita dopo la sua rimozione.
Di fronte al dubbio se si può vivere senza stomaco o no, la risposta è che sì, si può. Infatti, esiste la gastrectomia, l’intervento chirurgico che si realizza per asportare lo stomaco. Questa può essere:
Lo stomaco si trova tra l’esofago e l’intestino tenue (duodeno), per cui una gastrectomia totale suppone collegare entrambi perché gli alimenti fluiscano nell’apparato digestivo. La gastrectomia totale si realizza con anestesia generale mediante un’incisione nell’addome per asportare quest’organo per completo, Poi si collegano, come detto, la parte finale dello stomaco e il duodeno.
Questo intervento si realizza quando esiste un malessere stomacale che richiede una chirurgia.
Per esempio, quando ci sono tumori benigni non cancerosi che devono essere asportati. Può anche doversi ad un’ulcera gastroduenale che si è complicata e ha dato luogo a perforazioni allo stomaco, emorragia o stenosi (restringimento). Ma la causa più comune dell’asportazione totale dello stomaco è il tumore allo stomaco.
Prima di parlare di come si vive senza stomaco ti spieghiamo qual è la sua funzione nell’apparato digestivo.
Lo stomaco è collegato con l’esofago per la parte superiore mediante un’entrata denominata cardias. Più giù, è collegato con l’intestino tenue (duodeno) per un’uscita detta piloro.
È un allargamento del tubo digerente, come una specie di sacca. Gli alimenti che ingeriamo passano per l’esofago e giungono allo stomaco per la porta d’entrata. Quando mangiamo, lo stomaco apre la sua porta d’entrata per lasciar passare gli alimenti.
Una volta dentro, contrae le porte per chiuderle. È formato da un muscolo capace di aprire o chiudere il cardias e il piloro in modo da lasciar transitare i cibi e mantenerli dentro.
Quando tutti gli alimenti sono all’interno (il cosiddetto bolo alimentare formato dagli alimenti masticati assieme alla saliva), lo stomaco lo mischia con i succhi gastrici che segrega. Questo processo dura approssimativamente tra una e cinque ore. Tutto dipende da quanto è stato ingerito.
Quest’organo segrega anche enzimi che cominciano a digerire le proteine. Poi, mediante l’agitazione prodotta con il movimento muscolare di quest’organo, si forma un liquido chiamato chimo, che parzialmente digerito passa all’intestino tenue dove si produrrà l’assorbimento di sostanze come ferro, calcio, grassi e amminoacidi.
Una persona senza stomaco non sperimenterà questo processo di fusione degli alimenti con acidi gastrici, piuttosto questi passeranno direttamente all’intestino tenue.
Per questo, è importante che le persone senza stomaco seguano una dieta adeguata per permettere che si assorbano i nutrienti necessari. In molte occasioni si amministrano anche enzimi proteolitici animali o vegetali come la tripsina o la pepsina.
Quando non c’è stomaco non si producono acidi gastrici che uccidono batteri o enzimi che digeriscono le proteine. Gli alimenti non si trasformano in un liquido ma passano all’intestino così come sono dopo averli masticati.
Per questo bisogna prendere certe precauzioni per vivere senza quest’organo.
Una persona a cui sia stato asportato lo stomaco per completo a dovrà seguire alcune indicazioni per sapere come vivere senza stomaco:
Le feci cambieranno visto che il cibo non è digerito adeguatamente. Possono cambiare colore e densità, essere più o meno grasse o cambiare odore, visto che non essendoci succhi gastrici non si elimineranno i batteri o anche per via di proteine non digerite.
E’ anche comune che dopo i pasti i pazienti possano sentire nausea, diarrea, sudorazione o arrossamento. Si conosce come sindrome dello svuotamento rapido e si deve a che gli alimenti passano direttamente al duodeno.
Con il tempo questi sintomi miglioreranno, amano a mano che l’organismo si adatta.
In molti casi, oltre a seguire le indicazioni e ad avere certe precauzioni, si indicano anche supplementi di enzimi digestivi da assumere con i pasti. Inoltre, in alcuni casi, è necessaria una sonda di alimentazione direttamente nell’addome per somministrare bibite nutritive nell’intestino tenue e così migliorare la nutrizione e prevenire una perdita di peso.
Questo articolo è meramente informativo: su Tuo Benessere non abbiamo la facoltà di prescrivere trattamenti medici né realizzare diagnosi.
Visita un medico se non ti senti bene.