Malattia neurodegenerativa: voce tremolante come primo sintomo

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Uno studio ha mostrato come la malattia neurodegenerativa può essere scoperta in maniera precoce.

Malattie come Parkinson e Alzheimer possano essere previste grazie alla voce tremolante dei malati. Questi soggetti infatti manifesterebbero tremori della voce anche anni prima rispetto all’insorgenza delle malattie in questione. Scopriamo tutti i dettagli dello studio effettuato da ricercatori australiani diretti da Christopher Rowe dell’Austin Hospital di Victoria.

Voce tremolante: sintomo della malattia neurodegenerativa

Le alterazioni vocali che provocano una voce tremolante, se riscontrate in maniera tempestiva, possono essere utili per individura la presenza di malattia neurodegenerativa.

Per quanto riguarda l’Alzheimer, lo studio australiano ha permesso di scoprire che, per tenere controllo il sistema nervoso è possibile sfruttare il nervo ottico. Durante la ricerca sono state esaminate le PET di 200 anziani sani e malati. Da qui si è scoperto che tra le fibre si accumulano degli ammassi di proteina beta-amiloide. Questo accade molto tempo prima che questi vado ad ammassarsi nel cervello, dove rappresentano il segno inequivocabile dell’Alzheimer.

La voce tremolante dei soggetti è utile anche per il Parkinson. Le alterazioni della voce infatti si svilupperebbero anche molti anni prima del manifestarsi della terribile malattia. Per riuscirci è necessario utilizzare strumenti specifici come lo speciale computer in grado di analizzare la voce e l’articolazione dei suoni. Questo è stato messo a punto dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università israeliana di Haifa, diretti da Shimon Sapir.

Si tratta quindi di una tecnica non invasiva che risulta anche essere poco costosa e semplice da sfruttare.

Il paziente deve infatti solo ripetere alcune frasi davanti a un microfono e sarà il computer ad analizzare e dare i risultati velocemente. Nel caso si notino delle alterazioni, rilevabili in particolare nelle vocali, si può iniziare un trattamento preventivo molto prima. Questa è un’opportunità che permette di guadagnare anni e qualità di vita. Inoltre, secondo gli autori dello studio, evita che il 60% dei neuroni deputati al controllo dei movimenti sia distrutto dalla malattia.