(Adnkronos) – Una settimana di incontri con clinici, associazioni pazienti, istituzioni, università e centri di ricerca, pensata per immaginare insieme le prossime evoluzioni della sanità italiana. E' la Johnson & Johnson Week 'Insieme verso la medicina del futuro', che si apre oggi. Il primo giorno, si legge in una nota, si focalizza sulla presentazione di uno studio di Altems – Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore, punto di riferimento a livello nazionale per la ricerca e l'innovazione in sanità – promosso da Johnson & Johnson Innovative Medicine, sui temi del mismatch formativo dei professionisti della salute. Sono 3 le nuove professioni del futuro indicate da Altems: responsabile dell'innovazione, direttore sanitario 4.0 e patient journey manager. Come dovranno evolvere le competenze degli operatori sanitari per superare al meglio le sfide di un sistema sanitario in costante evoluzione? Quanto si sentono equipaggiati gli studenti di oggi, che saranno i futuri professionisti della sanità? Sono le domande a cui lo studio di Altems prova a dare una risposta a partire da 2 parole: managerialità e ibridazione. La gestione del processo salute oggi richiede competenze manageriali non solo per i direttori dei centri clinici, ma per tutti gli operatori sanitari, che sono chiamati a sviluppare un mindset manageriale per affrontare la complessità del sistema e contribuire alla sua sostenibilità. Allo stesso modo, l'analisi ha confermato quanto il mondo della sanità stia vivendo un percorso irreversibile verso la multidisciplinarietà e la contaminazione con discipline di varia natura. Su questi aspetti, gli studenti italiani si sentono impreparati. Nello specifico, nel confronto tra l'importanza attribuita alle competenze dalle aziende private e pubbliche, rilevata dal self assesment degli studenti, il disallineamento più grande è nelle competenze come la pianificazione, l'organizzazione aziendale, il business planning e le competenze logico analitiche. "Dall'analisi che abbiamo condotto – spiega Federica Morandi, direttore dei Programmi accademici e Ricerca di Altems – emerge chiaramente come il mondo della formazione si trovi di fronte ad uno spartiacque con il passato: oggi vi è sempre maggiore consapevolezza rispetto alla necessità di associare alle hard skills, intese come competenze tecniche, anche quelle competenze comportamentali, relative al saper essere, che risultano fondamentali per rispondere ai fenomeni di ibridazione e managerialità che interesseranno sempre di più il settore. Tuttavia, queste capacità sono quelle in cui si registra un alto mismatch rispetto a quanto appreso oggi dagli studenti, rendendo necessario un rapido intervento per integrare i corsi di laurea in questo senso. E' un tema che va affrontato con decisione già oggi, perché gli interventi che si potrebbero attuare realisticamente produrranno i loro effetti non prima di dieci anni". Non vi è dubbio che la sfida per l'attuale sistema formativo sia tanto sui saperi tecnici, quanto sulla creazione di un mindset diverso per i futuri operatori sanitari, che li renda in grado di seguire con tempestività ed efficacia i trend che l'innovazione e la tecnologia portano nel loro lavoro, sia in termini di processi e servizi che di ruoli veri e propri, oggi ancora embrionali o inesistenti. Di questi, Altems ne identifica 3 in particolare: il responsabile dell'innovazione, il direttore sanitario 4.0 e il patient journey manager. Sono figure che molto hanno a che fare con la gestione dell'innovazione, in modo che arrivi davvero ai pazienti, e venga gestita al meglio e in modo efficiente nel lavoro di tutti i giorni; con l'approccio manageriale a tutto ciò che è salute e sanità, facendo leva sempre di più sull’innovazione tecnologica e di processo; con una presa in carico del paziente lungo tutto il suo percorso di cura, efficientando in un unico flusso gestionale le fasi della malattia, le esigenze dei diversi membri del team multidisciplinare di cura, la continuità casa-ospedale. "Lo studio – sottolinea Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione sanitaria, ministero della Salute – accende i riflettori sull'importanza di dare vita ad un cambio di passo nella formazione in ambito sanitario per assicurare che le competenze degli studenti siano le più ampie e variegate possibili, consentendogli di rispondere concretamente alle esigenze di un sistema sanitario in continua evoluzione. E' quanto mai opportuno aprire una riflessione su come poter sostenere il nostro sistema in questo senso costituendo un tavolo di lavoro che veda un ampio coinvolgimento di tutti gli interlocutori del settore della salute e della formazione, con l'obiettivo di individuare le comuni direttrici evolutive dei percorsi di studio in ambito sanitario". Come osserva Graziano Onder, coordinatore della segreteria tecnico-scientifica della Presidenza dell'Istituto superiore di sanità, "viviamo un momento di grande evoluzione, in cui la capacità di orientarsi tra discipline diverse rappresenta una realtà quotidiana. La classe medica deve sapere evolvere il proprio ruolo per essere parte attiva di questo cambiamento e, in questo senso, un contributo fondamentale può essere dato dalle prossime generazioni di medici. In questo quadro il ruolo della formazione è centrale per saper cogliere e vincere la sfida di un sistema della salute più forte, innovativo e capace di rispondere alle rinnovate esigenze della società". In questo contesto, "la ricerca presentata oggi – commenta Francesca Galli, dirigente Ufficio di Gabinetto, Segreteria tecnica del ministro, ministero dell'Università e della Ricerca – pone un tema importante per le competenze di domani e offre importanti spunti sui cui riflettere per assicurare che il mondo della formazione e della salute siano in sintonia, costruendo corsi di laurea sempre più in grado di rispondere alle sfide del futuro. Il Mur da tempo si sta impegnando concretamente per assicurare che l'offerta formativa a livello universitario sia sempre al passo con le esigenze sia del mondo della pubblica amministrazione che del settore privato, contribuendo allo sviluppo personale e professionale degli studenti". A tale proposito, Mario Sturion, Managing Director di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, dichiara: "Siamo molto fieri di aprire oggi la nostra settimana di incontri 'Insieme verso la medicina del futuro' presentando l'interessante studio di Altems. Questo evento, e tutta la Johnson & Johnson Week, vogliono essere testimonianza del cambiamento che abbiamo intrapreso come azienda attraverso il recente rebranding: una vera dichiarazione di intenti, un impegno verso il futuro e un omaggio alla nostra storia aziendale di 138 anni, che esprime al meglio il senso di responsabilità nel rispondere – insieme ai nostri partner – alle nuove sfide della salute del futuro. Tra queste, il tema delle competenze da costruire oggi per un sistema sanitario più equo, moderno ed efficiente – conclude – è quanto mai rilevante e siamo certi che questo studio faccia luce sulla direzione in cui andare a beneficio di tutti i pazienti". —salute/[email protected] (Web Info)