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L’amalgama dentale è stata per un lungo periodo il metodo di restauro dentale più utilizzato nel campo dell’odontoiatria. L’ampio sfruttamento di questa lega di metalli al fine di creare otturazioni dentali, che ha subito una decisa contrazione con l’avvento di nuove tecnologie e materiali alternativi, è da tempo oggetto di studi da parte della comunità medica e scientifica a causa della probabile tossicità legata a un particolare componente dell’amalgama.
Amalgama dentale
Come spesso accade il mondo della medicina tende a non essere unanime quando si tenta di fornire un quadro oggettivo di benefici ed effetti collaterali inerenti una particolare pratica medica. L’amalgama dentale è da molto tempo sotto la lente d’ingrandimento dell’odontoiatria e della tossicologia come possibile causa di alcune patologie legate all’avvelenamento da metalli pesanti. Se fortunatamente l’amalgama dentale, o amalgama in argento, è una pratica ormai quasi in disuso a vantaggio di materiali sintetici e meno incisivi a livello ambientale, il problema persiste per tutte quelle persone che tuttora presentano numerose otturazioni.
La probabile tossicità dell’amalgama dentale è data dai metalli che la compongono. La matrice metallica del composto presenta infatti argento, stagno, rame e zinco, oltre a un nucleo più interno di mercurio. Un primo fattore intossicante potrebbe essere dato dall’abrasione della superficie metallica, causata dalla masticazione, e il successivo ingerimento di polveri metalliche. Tuttavia, i ricercatori che tentano di stabilire l’effettiva pericolosità dell’amalgama si concentrano sul mercurio, la cui presenza massiccia nel composto (circa la metà) costituirebbe un effettivo elemento di rischio. Il mercurio è, al giorno d’oggi, il metallo più cancerogeno del pianeta, nonostante la scarsa radioattività, e la convenienza del suo utilizzo all’interno della cavità orale rappresenta il punto più dibattuto in merito all’amalgama dentale.
Rimozione amalgama
Sebbene la presenza del mercurio nel composto non sia unanimemente accettata come elemento in grado di compromettere la sicurezza per la salute delle otturazioni in argento, tutti i ricercatori e medici odontoiatrici convengono sui rischi per la salute derivanti dalla rimozione dell’amalgama. L’inalazione di vapori di mercurio comporterebbe un’intossicazione da mercurio, alla base di successive patologie neurologiche.
Dalla spossatezza cronica alle emicranie, da gengiviti a patologie ben più gravi come infertilità, ipotiroidismo, emorragie, amnesie, tumori e forse anche Alzheimer (tuttora oggetto di discussione), la lista di malattie nervose legate all’intossicazione da mercurio diviene sempre più estesa con il procedere degli studi. Alcuni tossicologi sottolineano come l’assorbimento del mercurio, combinato con gli altri metalli, non avvenga solo durante l’eventuale rimozione, ma sia un processo costante dovuto al naturale degrado dell’otturazione che, a causa delle continue sollecitazioni meccaniche come la masticazione, perderebbe integrità nel tempo con un conseguente assorbimento dei metalli da parte dell’organismo.
Amalgama senza mercurio
Il Regolamento dell’Unione Europea prevede che dal 1° luglio 2018 non sia più possibile utilizzare il mercurio libero per le amalgame dentali. Il mercurio può, quindi, essere usato solo in forma pre-dosata. Inoltre, non potrà essere utilizzato in persone di età inferiore ai 15 anni e donne in gravidanza o allattamento, salvo esigenze mediche precise.