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Andiamo alla scoperta della pianta dell’artemisia. Parliamo, inoltre, del fiore. Come coltivarla e godere delle sue innumerevoli proprietà? Cerchiamo di scoprirlo assieme.
Artemisia: dove cresce
Dove cresce l’artemisia? Questa pianta, originaria della Cina, appartiene alla famiglia dell’Asteraceae. E’ diffusa un po’ in tutta Europa e anche in Italia. Ultimamente è uscita alla ribalta per le sue proprietà medicinali, ampiamente riconosciute anche dai medici. Perché l’artemisia si chiama così? Si pensa che derivi da Artemide, la dea greca della caccia, oppure dalla regina Artemisia stessa. Il nome è stato scelto da Linneo, che è il padre della classificazione moderna di tutti i tipi di organismi viventi. In Italia vediamo che cresce in modo piuttosto spontaneo.
Fin dal passato, era sempre stata considerata come un’erba magica. Si pensava infatti che fosse in grado di eliminare le negatività nelle persone e che potesse far sviluppare dei poteri psichici o anche degli stati medianici. Ne parla anche Roberto La Paglia in un suo libro, intitolato “Le erbe magiche”, asserendo che questa pianta fosse usata come infuso per pulire anche gli specchi magici, nonché le sfere. Tale pianta però deve essere usata con precauzione, anche perché dosi massicce potrebbero portare ad effetti tossici per il nostro organismo.
In erboristeria e in alcuni supermercati è possibile trovare l’artemisia sotto forma di vari aspetti. Ci sono ad esempio le tisane, oppure gli infusi, o i decotti ma non solo: esistono anche degli estratti idroalcolici.
Esistono difatti due tipi di artemisia: quella classica, la annua, che viene usata per migliorare la digestione e contrastare i gonfiori intestinali. La seconda, invece, è chiamata Artemisia vulgaris e con i suoi decotti si può regolarizzare il ciclo mestruale delle donne. In vendita, inoltre, vi sono integratori naturali che spesso sono usati come rimedio contro la malaria o contro le infezioni portate da parassiti; altre forme in cui trovare l’artemisia sono la tintura madre e le capsule, molto utilizzate.
Come coltivarla
Come si coltiva l’artemisia? Come prima cosa, dobbiamo tenere presente che l’artemisia ama i luoghi particolarmente luminosi e ben soleggiati. Vuole inoltre un terreno umido, ben sciolto e ben drenato, meglio se con un Ph leggermente basico anziché acido. Per ciò che riguarda l’annaffiatura, non ci sono metodi particolari, dato che la pianta spesso si accontenta dell’acqua che le proviene sotto forma di pioggia. Inoltre, non ha nemmeno il bisogno di concimazione.
Soltanto un’accortezza: in autunno, meglio somministrate ai piedi del cespo un po’ di concime di tipo granulare, ricco di fosforo e di potassio. La pianta si propaga attraverso il seme e la semina avviene all’incirca quando le piantine raggiungono l’altezza di 10 cm. Spesso emettono 4 foglie e, a quel punto, potranno essere messe a dimora. Si raccoglie infine durante il periodo della fioritura a mazzetti.
Proprietà
Le proprietà dell’artemisia sono davvero molteplici. In primo luogo, dobbiamo dire che il suo principio attivo è l’artemisinina, che viene usata in caso di febbre e di problemi a livello gastrointestinale. Grazie all’artemisia inoltre sono stati creati dei farmaci che servono per la cura della malaria. Ultimamente, il tema dell’artemisia è molto conosciuto perché si pensa che l’artemisinima possa essere un principio attivo anticancro, ma i pensieri in merito sono controversi. Viene usata in più in caso di amenorrea, verminosi intestinale e anche inappetenza, avendo delle proprietà aperitive.
L’artemisia, inoltre, riduce in gran parte i gonfiori addominali. Viene anche usata per prevenire disagi come il mal d’auto e aiuta anche a fluidificare il catarro, rendendone più facile la sua espulsione. Calma la tosse, previene vari tipi di infiammazione e vanta anche un’azione epatoprotettiva, ovvero a protezione del fegato. Regola anche la pressione sanguigna, aumentando la diuresi. Si stima poi che abbia proprietà antidepressive e che riesca a prevenire addirittura il diabete.
La tisana di artemisia può assolutamente essere benefica in caso di sindrome premestruale, per alleviare i dolori e i disturbi tipici di questo particolare periodo del mese, ma non solo. Permette anche la guarigione del mal di stomaco legato al ciclo, favorendo la digestione. Per ciò che riguarda le sue controindicazioni, dobbiamo segnalare particolare attenzione a chi è allergico ai pollini. E’ controindicata anche per colore che sono in gravidanza e in fase di allattamento dei figli, mentre è fortemente sconsigliata in caso di persone che abusano di alcol, di ulcere e chi sta eseguendo terapie di tipo ormonale. Un eventuale sovraddosaggio potrebbe portare a nausea, vomito, dissenteria, problemi legati al sistema nervoso, reazioni allergiche e orticaria.
E’ sempre bene chiedere consiglio al vostro medico curante, specialmente se state assumendo dei farmaci per evitare pericolose associazioni.