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Il concetto di asessualità in passato era quasi sconosciuto, ma oggi più che mai è sotto le luci dei riflettori. Si tratta di un tema interessante e allo stesso tempo delicato nella sua trattazione. Cerchiamo quindi di fare chiarezza su questo argomento.
L’asessualità per Alfred Kinsey
Nel suo articolo rivoluzionario del 1948, “Sexual Behaviour in the Human Male”, Alfred Kinsey ha scritto: “il mondo non può essere suddiviso in pecore e capre”. Con questa affermazione intendeva dire che non è corretto dividere nettamente la popolazione umana tra eterosessuali e omosessuali.
La scala di Kinsey, che lui e i suoi colleghi svilupparono, pianifica le preferenze sessuali su uno spettro scorrevole, dando spazio sia ad attrazioni passeggere sia a impulsi più duraturi.
In tutta questa inclusione, un gruppo non ha trovato spazio nel continuum di Kinsey. Tutti quegli uomini e donne identificati come Gruppo X e che “non hanno contatti o relazioni socio-sessuali”.
Per loro, il sesso è una cosa fine a sé stessa. La similitudine con gli animali di Kinsey cade involontariamente a pennello, in quanto non è insolito per i montoni far parte del Gruppo X. Uno studio pubblicato nel 2002 ha esaminato le preferenze dei montoni adulti e ha scoperto che il 15% dei campioni esaminati avevano tendenza all’asessualità, ovvero non tentavano di copulare né con i maschi né con le femmine.
La ricerca di Charles Roselli
Lo scienziato a capo della ricerca, Charles Roselli, ha utilizzato l’attività cerebrale delle pecore, la misurazione degli ormoni e i dati dell’osservazione per stabilire una base biologica per l’omosessualità, poiché un certo numero di montoni ha copulato con altri montoni piuttosto che con le pecore in calore.
Proprio mentre Kinsey prestava più attenzione alle tendenze sessuali delle persone, invece di prestare attenzione alla loro assenza nel gruppo X, Roselli ha studiato attentamente le tendenze all’asessualità.
Nel 2004, tuttavia, il Gruppo X e i montoni che non si riproducono sono stati ulteriormente suddivisi. È stato l’anno in cui l’asessualità, considerata come il quarto orientamento sessuale, è uscita allo scoperto.
Cos’è l’asessualità?
Secondo l’Asexuality Visibility and Education Network (AVEN) l’asessualità come orientamento sessuale è caratterizzata da una mancanza di attrazione sessuale.
È anche diversa dall’astinenza sessuale, che è la scelta di rimanere sessualmente inattivi come resistenza contro il desiderio e l’attrazione. Ciò non vuol dire, tuttavia, che ci sia qualcosa che non va negli asessuati.
Tornando ai montoni, per esempio, la loro mancanza di interesse non era collegata a un apparato genitale difettoso o a bassi livelli di testosterone. Allo stesso modo, alcuni studi su essere umani che si sono autodefiniti asessuati non hanno stabilito alcuna differenza psicologica tra essi e la maggioranza della popolazione. Allo stesso tempo, la ricerca in questo campo è ancora ai primi passi.
L’apporto alla asessualità di Bogaert
Anthony F. Bogaert, uno psicologo alla Brock University, in Canada, ha introdotto l’asessualità in campo accademico con uno studio pubblicato sul Journal of Sex Research nell’agosto del 2004. Bogaert ha esaminato i dati di un sondaggio inglese del 1994 e si è focalizzato su una domanda sull’attrazione sessuale.
Su un campione di circa 19.000 persone, l’1,5% ha risposto “non ho mai provato attrazione sessuale per nessuno”. Anche se piccola, questa percentuale non era poi tanto più bassa del 3% delle persone che riportava un’attrazione per lo stesso sesso. In un articolo successivo, pubblicato nel 2006, Bogaert ha definito l’asessualità come un orientamento a sé stante rispetto a eterosessualità, omosessualità e bisessualità.
Poiché il sesso è alla base della nostra storia evolutiva e delle identità individuali, può essere complicato capire cosa si prova a non sentire quel desiderio. Nel 2005, gli psicologi dell’Indiana University hanno condotto delle interviste con quattro persone asessuate, che hanno rivelato il loro basso interesse per il sesso e allo stesso tempo la voglia di avere relazioni non collegate ad esso. D’altro canto, gli asessuati hanno riconosciuto anche alcuni benefici del proprio orientamento, compreso più tempo libero e minor rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate.
Questa prima ricerca probabilmente non ha sorpreso David Jay, fondatore dell’AVEN. Jay ha creato il sito www.asexuality.org nel 2001 per la fiorente comunità di asessuati online e come centro di risorsa virtuale. Non appena i media si sono interessati alla ricerca di Bogaert, Jay, un bel ragazzo bruno, è diventato di fatto il volto dell’orientamento, spiegando che anche se non aveva mai fatto sesso, costruiva relazioni emotivamente appaganti con altre persone.
Nel frattempo, psicologi, sessuologi, e gli studiosi di gender hanno cercato di stabilire come funziona l’asessualità e come si incastra nella gamma di orientamenti.
Ecco com’è un asessuato
Nonostante la definizione di asessuato (“persona che non prova attrazione sessuale”) sembra rigida, l’esperienza asessuale non è così ristretta. Alcuni asessuati sono vergini, altri no. Altri si masturbano, altri no. Infine alcuni sono in relazioni amorose prive di sesso, altri evitano qualsiasi legame affettivo. Tuttavia, i sondaggi hanno riscontrato alcune caratteristiche comuni a tutti gli asessuati.
La prima cosa da notare è che le donne che si autodefiniscono asessuate sono molto più numerose degli uomini. Nel sondaggio inglese del 1994, le donne erano il 71% di coloro che avevano affermato di non provare attrazione sessuale. Anche dati più recenti presentano un forte gender gap. Nel 2008, l’AVEN ha condotto un sondaggio informale tra la sua comunità virtuale per stimare demografia e comportamenti. Ancora una volta, il 71% dei partecipanti era donna, il 14, 1% uomo e il restante 22% neutro o androgino.
Il desiderio per gli asessuati
La comunità asessuale riconosce anche vari gradi di desiderio interpersonale. Infatti, la maggioranza prova sentimenti romantici per altre persone, e alcuni addirittura si sposano. Circa il 18% sono a-romantici, ovvero completamente disinteressati ad avere relazioni non-platoniche. Ovviamente, non è garantito che persone asessuate si innamorino di altre persone asessuate, che è il motivo per cui alcuni di essi sono sessualmente attivi per piacere del partner. Nonostante ciò, la maggior parte degli asessuati rimane vergine.
Non importa se gli asessuati vogliano o meno avere contatto fisico, la maggior parte di loro non è contro le persone che fanno sesso o il concetto di sesso in generale: semplicemente non provano alcuna attrazione.
Per far capire questo messaggio, la comunità ha adottato una fetta di torta come simbolo. Presumibilmente, la mascotte è stata creata da un asessuato che ha spiegato così il suo rapporto col sesso: “tra il sesso e la torta, scelgo la torta”. Ma in alcuni angoli delle comunità accademiche e cliniche, l’asessualità è vista con scetticismo e preoccupazione.
Orientamento sessuale o malattia?
Da quando l’AVEN è attivo ha raggiunto i 30.000 membri in tutto il mondo. Ma l’accettazione dell’asessualità avvenuta negli ultimi anni ha fatto anche storcere qualche naso.
In campo medico, il disinteresse per il sesso è spesso un sintomo problematico piuttosto che un aspetto salutare e accettabile della propria personalità. I critici dell’asessualità, quindi, equiparano questo orientamento a un disimpegno volontario, come una forma duratura di astinenza da sesso; il risultato di un trauma psicologico; uno squilibrio ormonale che diminuisce gli impulsi sessuali.
Per capire come sia facilmente considerata patologica l’assenza di desiderio, basta sfogliare una copia del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, un libro scritto da professionisti della salute mentale. Due dei disturbi sono caratterizzati da mancanza di o sdegno per il contatto sessuale: il disturbo da avversione sessuale (SAD) e la frigidità (HSDD).
Mentre la SAD si manifesta come una fobia sessuale indotta dall’ansia, che non ha nulla a che fare con le caratteristiche della comunità degli asessuati, l’HSDD pone più di un problema nell’accettare l’asessualità come un orientamento sessuale. Poiché la comunità abbraccia l’assenza di attrazione sessuale e costruisce relazioni forti e sane, essi affermano che il proprio orientamento non ha bisogno di alcun trattamento clinico.
La petizione per la asessualità
Per questo motivo, alcuni hanno presentato una petizione all’American Psychiatric Association, che ha pubblicato il libro, per far sì che rivedesse la definizione dell’HSDD e che accettasse l’asessualità come orientamento sessuale.
Questa sfida lanciata all’American Psychiatric Association ricorda la protesta gay per rimuovere l’“omosessualità” dalle malattie mentali dal manuale nel 1973. Si è ancora lontani dall’indicare l’asessualità come quarto orientamento sessuale, ma un tale riconoscimento sarebbe un grande passo in tal senso. Non si misurerebbe la sessualità soltanto in base al chi o cosa, ma anche in base al quanto e quanto spesso. E se dovesse succedere, la comunità festeggerebbe sicuramente con un’invitante fetta di torta.
Asessuali nella storia
Per quanto si tratti di un fenomeno che ha attirato l’attenzione solo di recente, la asessualità è sempre esistita. Non solo infatti si tratta di una fenomeno del tutto naturale, ma soprattutto i più grandi uomini e donne della storia sono stati – probabilmente – asessuati.
Nikota Tesla, inventore ed ingegnere ucraino, è uno dei primi esempi di asessualità. Infatti sosteneva che i rapporti sessuali addirittura disturbassero l’attività creativa della mente.
Sicuramente Imanuel Kant è stato un incubo per molti di voi. Ebbene, sappiate che il filosofo era molto probabilmente asessuato. In particolare per lui, come per molti uomini del suo tempo, non è possibile stabilire con certezza se fosse omosessuale o nello specifico non provasse alcuna attrazione per le donne. Infatti per la società dei primi anni del’800 sarebbe stato troppo sconveniente ammettere comunque entrambe le attitudini.
Infine anche la letteratura fornisce dei fulgidi esempi di personaggi asessuati. L’autore Gabriel Garcia Marquez nel romanzo “Cent’anni di solitudine” inserisce Rameidos, un asessuato.