L’aspartame è cancerogeno? I risultati di 30 anni di studi contraddittori

L'additivo dolcificante aspartame è oggetto di studi contraddittori da 30 anni: è quindi cancerogeno? Vediamo insieme le conclusioni e le dosi raccomandate

L’aspartame è un additivo entrato in commercio poco più di trent’anni fa, in forma di polvere bianca, e ha un potere dolcificante 200 volte superiore allo zucchero.

Rispetto a molti altri dolcificanti sintetici, l’aspartame ha il vantaggio di non avere il tipico retrogusto amarognolo; ha infatti un sapore molto simile a quello del comune zucchero da cucina. Non altera significativamente i valori della glicemia e ciò lo rende tollerabile a coloro che soffrono di diabete mellito. Inoltre, diversamente dallo zucchero, l’aspartame è una sostanza acariogena, ovvero non provoca la formazione di carie.

Viene utilizzato nell’industria alimentare e come dolcificante da tavola, e il suo consumo è stato regolarmente autorizzato in Europa.

L’aspartame è uno dei composti più studiati degli ultimi anni, ma recentemente è aumentata esponenzialmente la diffusione di studi che proverebbero la pericolosità dell’aspartame.

L’aspartame è cancerogeno? Gli studi contraddittori

L’aspartame fu approvato nel 1981 grazie alle rassicurazioni fornite dallo studio su 500.000 persone del National Cancer Institute, studio presentato dai produttori. Da allora si alternano ricerche che ritengono l’aspartame sicuro e altre che invece mettono in guardia su pericolosi effetti collaterali.

I sostenitori della cancerogenicità dell’aspartame portano a riprova della loro teoria gli studi eseguiti presso l’Istituto Ramazzini di Bologna. Studi che però si ritiene non possano aggiungere nulla di nuovo sulla sicurezza dell’aspartame.

Questo perché questi studi contraddicono trent’anni di ricerche che ne hanno decretato la non cancerogenicità, ma anche perché questi studi sembrano essere stati condotti secondo criteri errati.

Sembra infatti che i ratti utilizzati siano conosciuti per essere un tipo di ratti che sviluppa più facilmente, rispetto ad altre specie, tumori epatici e polmonari. Non è quindi possibile dare credito ad una sperimentazione basata su queste sperimentazioni.

Trent’anni di ricerche scientifiche ci dicono che l’aspartame è sicuro ma non sostengono che faccia bene, rimane infatti da stabilire se l’aspartame possa cambiare il microbioma di alcune persone provocando un’intolleranza al glucosio.

I veri dubbi sull’aspartame rimangono quelli relativi alla presenza di metanolo (che è contenuto anche in frutta ricca di pectina); in pratica ogni 10 g di aspartame che assumiamo, il 10% è metanolo e una parte di esso si trasforma in acido formico che è considerato un metabolita pericoloso in certe quantità.

In uno studio della Fondazione Europea Ramazzini si afferma che l’aspartame deve essere considerato cancerogeno anche a livelli di 20 mg/kg di peso, cioè la metà della dose giornaliera accettata (ADI) europea (40 mg/kg), studio che è stato sucessivamente messo in dubbio in una raccolta di 500 ricerche e articoli indipendenti.

Tuttavia il suo utilizzo, ha dei limiti suggeriti:

  • non deve essere assunta una dosa giornaliera superiore a 40 mg per chilo corporeo (per fare un esempio pratico, un bambino di 30 kg non dovrebbe consumare più di 4 lattine al giorno di bibite dietetiche dolcificate con aspartame);
  • l’aspartame non deve assere assunto dai malati di fenilchetonuria, un disturbo genetico che non consente al corpo umano che ne è affetto di metabolizzare la fenilalanina, contenuta tra gli altri nell’aspartame.
Scritto da Alexandra Tubaro

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