Assistenza prenatale, come svolgere la prima visita

Quando si aspetta un bambino spesso non si sa bene cosa ci riserveranno la prima visita prenatale. Ecco cosa vi verrà chiesto.

La visita prenatale è la diagnosi certa che è in grado di svelarci eventuali patologie, alterazioni cromosomiche o malformazioni. Viene fatta prima della nascita del bambino e per ciò viene denominata prenatale.

A chi rivolgersi

Dopo aver deciso chi sarà il tuo medico, dovrai fissare un appuntamento per la tua prima visita prenatale. Ci sono quattro diversi tipi di dottori a cui puoi affidarti per l’assistenza prenatale:

  • Ostetrico-ginecologo. La maggior parte delle donne fa questa scelta.
  • Medico esperto in perinatologia. È preparato sia in ginecologia, sia per le gravidanze a rischio.
  • Ostetrica. Sa prendersi cura delle donne incinte e sa far nascere i bambini. Le donne che si affidano a questo tipo di assistenza prenatale corrono meno rischi.
  • Medico di famiglia. Sanno come gestire vari campi, compresa l’ostetricia.

La cosa più importante è sentirsi a proprio agio con il medico che si sceglie indipendentemente dalla sua specializzazione. “Vuoi qualcuno al quale puoi parlare tranquillamente dei tuoi problemi e delle tue preoccupazioni”, afferma Keith Eddleman, che gestisce un centro di ginecologia a New York assieme alla sua partner Joanne Stone. I due hanno pubblicato il libro “Pregnancy for dummies” (Gravidanza per tutti).

Prenatale

Cosa aspettarti alla prima visita prenatale

Per prima cosa, dovrai pesarti. È normale aumentare di peso nel primo trimestre, per cui non preoccuparti. In seguito, il dottore misurerà la pressione sanguigna, prenderà un campione di urina e di sangue. Ciò aiuterà a determinare qualsiasi problema di salute tuo o del tuo bambino.

Inoltre, ti verrà fatto un controllo ginecologico di routine. “Il dottore ti farà un sacco di domande alla prima visita prenatale”, afferma Stone. “Non è ficcanaso. Ha solo bisogno di qualche informazione per poterti dare la migliore assistenza possibile. Quindi, quando ti chiederà del tuo stile di vita, della tua storia ginecologica e di eventuali problemi ereditari, raccontagli tutto”.

Assicurati anche di dirgli la tua discendenza etnica: “Lo chiedo sempre ai pazienti… Non perché sia impicciona, ma perché ci sono alcune malattie ereditarie che sono più comuni in determinate popolazioni”. Alla prima visita prenatale ti verrà detto anche da quanto sei incinta. Il dottore potrà anche parlare con te di vari test prenatali che si possono fare per assicurarsi che il feto sia in salute, tra cui gli ultrasuoni e l’amniocentesi (che rileva anormalità dei cromosomi nel feto).

Forse la parte più emozionante di questa visita è ascoltare il battito del feto per la prima volta. “Facciamo sempre sentire che c’è un battito”, afferma Stone. “È molto importante che a ogni visita ginecologica la madre possa vedere che tutto sta andando per il meglio”.

Quali sono gli esami prenatali

La visita prenatale prevede che si debbano sostenere degli esami in modo che vi sia una diagnosi sicura e non probabilistica. Sono esami invasivi che possono comportare complicanze o al peggio rischio di aborto. Per questi motivi non sono consigliati a tutte le donne ma solo in specifici casi come per esempio se l’età materna è superiore ai 35 anni o se i test sierologici effettuati su sangue materno hanno dato esito positivo. Altri casi in cui si consigliano sono se la mamma ha contratto una grave infezione per il feto o se sono risultate delle anomalie nello sviluppo del feto. Andiamo a vedere quali sono questi esami.

Gli esami che vengono condotti sono principalmente cinque. C’è l’amniocentesi che va effettuato tra la settimana 15 e 17. L’esame consiste nel prelievo del liquido amniotico, in questo modo si riesce ad analizzare la mappa cromosomica del feto e si può ricercare una eventuale alterazione della stessa. Un altro esame è la villocentesi, effettuato tra la settimana 11 e la 12 e consiste nel prelievo di villi coriali; serve per ricercare anomalie del cariotipo fetale. Cordocentesi è un altro esame ancora. Attraverso il cordone ombelicale si preleva del sangue fetale. Questo esame può comportare un rischio di aborto maggiore rispetto ai precedenti. Si possono anche eseguire esami come il duo-test o la translucenza nucale.

Si può anche effettuare un test prenatale sul DNA fetale. L’esame in questione è volto alla ricerca di malattie cromosomiche nel feto come per esempio la trisomia del 21 o del 18. E’ un esame che può essere svolto già a partire dalla decima settimana di gravidanza e per la madre è come un esame del sangue normale. Attraverso il sangue materno sono analizzati i frammenti di DNA fetale che sono presenti nel sangue della mamma.

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