Attività fisica regolare: in che modo aiuta la salute cardiovascolare?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda agli adulti e agli over 65 di praticare almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata o, in alternativa, almeno 75 minuti di attività fisica intensa o combinazioni equivalenti delle due modalità.

Sui benefici legati alla pratica di un’attività fisica regolare non ci sono discussioni di sorta. Tutti gli autori sono concordi su questo punto, tant’è che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda agli adulti e agli over 65 di praticare almeno 150 minuti alla settimana di attività fisica moderata o, in alternativa, almeno 75 minuti di attività fisica intensa o combinazioni equivalenti delle due modalità.

Sfortunatamente, in base ai dati definitivi più recenti, nel nostro Paese la percentuale di soggetti fisicamente attivi è soltanto del 48%, mentre i parzialmente attivi sono il 24% e i sedentari sono il 28%.

Com’è noto, i benefici di un’attività fisica regolare influenzano in modo positivo alcuni importanti parametri, come per esempio il metabolismo lipidico, la pressione arteriosa e il peso corporeo.

Va anche considerato il fatto che l’attività fisica contribuisce alla prevenzione del diabete di tipo 2, un noto fattore di rischio per le malattie dell’apparato cardiovascolare.

Gli effetti positivi sul metabolismo lipidico

L’attività fisica, in particolar modo quella aerobica (jogging, walking, running, ciclismo, nuoto ecc.) ha effetti positivi sul profilo lipidico, ovvero sui livelli ematici di trigliceridi e colesterolo.

Per essere più specifici, in chi pratica regolarmente esercizio fisico e si alimenta in modo equilibrato, si osserva di norma un aumento dei livelli di colesterolo HDL (il cosiddetto “colesterolo buono”) e una riduzione dei livelli di trigliceridi. La riduzione dei livelli di colesterolo LDL, quello “cattivo”, sembra più un effetto indiretto legato all’aumento di quello HDL.

L’esercizio fisico regolare è quindi un valido strumento per prevenire o combattere l’ipercolesterolemia e l’ipertrigliceridemia.

Si ricorda che le linee guida attuali indicano come desiderabili i seguenti livelli di colesterolo: totale fino a 200 mg/dL, LDL fino a 100 mg/dL, HDL non inferiore a 50 mg/dL.

Gli effetti positivi sulla pressione arteriosa

La pratica di una regolare attività fisica è uno strumento importante per il controllo della pressione arteriosa. Lo stimolo dell’esercizio fisico sul sistema cardiocircolatorio, infatti, riduce la probabilità di sviluppare ipertensione arteriosa, la cosiddetta pressione alta, anche nei soggetti predisposti (per esempio nei casi di familiarità) e aiuta a controllarne lo sviluppo in chi ne soffre.

Com’è noto, l’ipertensione arteriosa – nota popolarmente come “il killer silenzioso – è un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari.

Gli esercizi più efficaci a tale proposito sono quelli aerobici. Anche gli esercizi anaerobici sono d’aiuto, ma hanno una minore efficacia rispetto ai primi.

Attività fisica e controllo del peso

È ampiamente riconosciuto che l’attività fisica regolare è uno degli strumenti più efficaci per mantenere il peso forma. Del resto, non è un caso che anche chi propone prodotti dietetici raccomandi di abbinare il loro consumo a un’adeguata attività fisica.

L’esercizio fisico aumenta il dispendio calorico; in termini più popolari: più ci si muove, più calorie si consumano. Approssimativamente, un soggetto che pesa 70 kg e che effettua una seduta di allenamento di corsa di circa 5 km, consuma circa 350 kcal.

Abbinare l’attività fisica a un regime alimentare adeguato può aiutare a dimagrire (qualora ce ne sia bisogno) oppure a mantenere il proprio peso (se si è in peso forma).

Si ricorda a tale proposito che il sovrappeso e l’obesità sono due importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari.

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