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Quando viene trattato l’argomento “integrazione vitaminica” si è spesso portati a pensare a stati carenziali, ovvero situazioni in cui, a causa di un ridotto apporto di vitamine, si è instaurata una loro deficienza con tutte le conseguenze del caso.
Vi sono però anche situazioni in cui, pur non essendoci una carenza, è necessario un aumentato apporto di vitamine il cui scopo è appunto quello di prevenirla.
Analizziamo quindi brevemente quali sono le situazioni più comuni in cui si registra un aumentato fabbisogno vitaminico.
Pianificazione di una gravidanza
Molti futuri genitori sanno a cosa serve l’acido folico, dal momento che quando si pianifica una gravidanza lo specialista ginecologo suggerisce di norma alla futura madre l’integrazione della vitamina B9 (l’acido folico appunto), talvolta indicata come vitamina M o folacina. Un’integrazione di questa molecola è importante nella fase prima del concepimento e anche durante le prime settimane di gravidanza.
Gravidanza
La gravidanza è una condizione parafisiologica che determina vari cambiamenti nella donna, sia a livello fisico che a livello psicologico. Per quanto riguarda il fabbisogno di vitamine, si registra in particolare un aumentato fabbisogno di vitamine del gruppo B, in particolare di vitamina B9 (di cui abbiamo già detto) e di vitamina B6, importante per lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Per le gestanti che seguono un regime alimentare vegano o vegetariano è importante anche un’integrazione di vitamina B12.
È importante anche una supplementazione di vitamina C, una molecola che favorisce l’assorbimento del ferro, un minerale di cui in gravidanza si ha un aumentato fabbisogno. In alcuni casi lo specialista ginecologo potrebbe consigliare anche una supplementazione di vitamina D. Saranno il medico curante o lo specialista ginecologo a stabilire modalità e dosaggi delle varie supplementazioni.
Regime alimentare vegano o vegetariano
Nel caso di regimi alimentari vegano e vegetariano si registra un aumentato fabbisogno di vitamina B12 in quanto essa è scarsamente presente, e comunque in una forma poco assimilabile, nei cibi di origine vegetale. La supplementazione ha in questo caso come obiettivo quello di evitare una probabile carenza.
Sindrome da malassorbimento
Con l’espressione sindrome da malassorbimento ci si riferisce di norma a una condizione generata da alcune malattie che si caratterizzano per il fatto che la mucosa intestinale non assorbe adeguatamente le sostanze nutritive che derivano dagli alimenti come per esempio sali minerali e vitamine.
Fra le condizioni patologiche più comuni si ricordano la celiachia, le infezioni del tratto digestivo, la disbiosi intestinale, la fibrosi cistica, il morbo di Crohn, l’alcolismo ecc.
Tutte queste condizioni richiedono di norma una supplementazione di vitamine e sali minerali per bilanciare lo scarso assorbimento dei micronutrienti forniti dalla dieta.
Attività fisica intensa
Un aumentato fabbisogno di vitamine si registra di norma in tutti coloro che praticano un’attività fisica intensa; l’organismo infatti viene sottoposto a un notevole stress fisico ed è importante sostenere il metabolismo energetico, la riparazione muscolare e il sistema immunitario. A questo scopo possono risultare utili supplementazioni vitaminiche, in particolare di vitamina C, che supporta il sistema immunitario e che favorisce l’assorbimento del ferro, di vitamine del gruppo B, importanti per il metabolismo energetico, e di vitamina E, importante per la riparazione muscolare.