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Solitamente sono i genitori i primi a notare comportamenti anomali nei figli. In molti casi, i loro bambini sembrano “diversi” poiché sono indifferenti ai giocattoli e alle persone, o si focalizzano su un unico oggetto per molto tempo. I primi segni di autismo possono comparire anche in bambini che si sono sviluppati normalmente. Quando un bimbo che vocalizza improvvisamente diventa silenzioso, violento o autolesionista, c’è qualcosa che non va.
Tuttavia, possono volerci anni prima che una famiglia richieda una diagnosi. Amici e parenti a volte aiutano i genitori a ignorare i problemi. Non è raro sentire frasi come “Ogni bambino è diverso” o “Jamie sa parlare, solo che non vuole!”. Sfortunatamente, tutto ciò non fa altro che rimandare le cure appropriate per il bambino.
Diagnosticare l’autismo
Ad oggi non esistono esami medici come i raggi X o le analisi del sangue che possano diagnosticare l’autismo. E i bambini che ne sono affetti si comportano diversamente l’uno dall’altro. In più, varie condizioni possono causare sintomi che ricordano quelli dell’autismo. Quindi, i genitori e il pediatra devono escludere altre malattie, tra cui sordità, disturbi del linguaggio, ritardo mentale e problemi neurologici. Ma, una volta eliminate queste possibilità, è necessaria una visita da uno specialista, che può essere uno psichiatra infantile, uno psicologo infantile, o un pediatra neurologo.
Gli specialisti dell’autismo usano vari metodi per identificare il disturbo. Usando una scala di valutazione standard, l’esperto osserva attentamente e valuta il linguaggio e i comportamenti sociali del bambino. Si fa anche un colloquio con i genitori per ottenere informazioni sul comportamento del bambino e sulle prime fasi di sviluppo. Riguardare video e foto può far ricordare ai genitori quando si è manifestato per la prima volta un determinato comportamento. Gli specialisti possono anche fare test genetici e neurologici.
Altre sindromi
Gli esperti possono considerare anche altre malattie che hanno molti sintomi e comportamenti in comune con l’autismo, come la sindrome di Rett e la sindrome di Asperger. La prima è una malattia neurologica progressiva che colpisce solo le bambine ma, come l’autismo, produce movimenti delle mani ripetitivi e porta alla perdita del linguaggio e delle interazioni sociali. I bambini affetti dalla sindrome di Asperger, invece, nonostante abbiano comportamenti ripetitivi, gravi problemi sociali e movimenti impacciati, solitamente hanno linguaggio e intelligenza intatti. A differenza dell’autismo, i sintomi di questa sindrome appaiono più avanti nell’infanzia.
Criteri diagnostici dell’autismo
Dopo aver valutato le osservazioni e i risultati dei test, lo specialista fa una diagnosi di autismo solo se c’è una prova di:
- Relazioni sociali limitate
- Capacità di comunicazione sottosviluppate
- Comportamenti, interessi, attività ripetitivi
Le persone affette da autismo solitamente hanno problemi in tutte e tre le categorie, anche se la gravità di ogni sintomo può variare. I criteri diagnostici richiedono anche che questi sintomi appaiano entro i tre anni di età.
Tuttavia, alcuni esperti non sono propensi a diagnosticare l’autismo. Hanno paura che i genitori perdano le speranze. Quindi, utilizzano un termine più generico che descrive semplicemente i comportamenti e i deficit del bambino. “Grave disturbo comunicativo con comportamenti autistici”, “disfunzione integrativa sensoriale” sono alcuni dei termini che vengono utilizzati. Ai bambini con sintomi lievi è spesso diagnosticato il disturbo pervasivo dello sviluppo (DPS).
Nonostante termini come sindrome di Asperger e DPS non cambiano di molto i trattamenti, possono impedire che il bambino riceva servizi educativi specializzati nell’autismo. Possono anche dare false speranze ai genitori facendogli credere che i problemi del loro figlio siano solo temporanei.