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Sarebbe bello se combattere il cancro fosse come giocare ad una partita di “Pac-Man”. Nel videogioco, Pac-Man attraversa i labirinti e divora ogni singolo pac-dot. Ma purtoppo a noi manca la capacità di rintracciare e uccidere le cellule tumorali così facilmente. Quello che abbiamo sono la chirurgia, la chemioterapia e le radiazioni. Quesri sono i tre strumenti più comuni per il combattere il cancro.
I metodi tradizionali contro le cellule tumorali
I medici che scelgono il metodo chirurgico eseguono un’operazione per rimuovere i tumori e le cellule cancerose. Generalmente l’intervento viene scelto come terapia insieme ad altre cure. Per esempio, la chemio o la radio vengono praticate prima e/o dopo l’operazione per indebolire le cellule e sconfiggere definitivamente il tumore. Ma quando il medico programma l’intervento, deve tenere conto di diversi fattori. Per esempio, non sempre il paziente è operabile. L’operazione potrebbe non essere praticabile quando il tumore ha i bordi troppo frastagliati o è in una zona particolarmente delicata e difficile da raggiungere. Può capitare, per esempio, con i tumori cerebrali o spinali. In molti casi, i rischi dell’intervento superano i benefici. Per questo si sceglie di non procedere. In altri casi, il tumore è operabile ma il paziente è troppo debole per sopportare l’intervento, che così viene evitato.
La chemioterapia
La chemioterapia utilizza farmaci, che possono essere somministrati tramite pillole o per via endovenosa, per fermare e uccidere le cellule tumorali. In particolare, la chemioterapia bersaglia le cellule cancerose che sono in fase di divisione. Per questo motivo un paziente affetto da cancro può subire più cicli di chemioterapia: poiché non tutte le cellule cancerose si dividono contemporaneamente.
Come tutti sappiamo, però, la chemioterapia ha numerosi effetti collaterali. Il più evidente e caratteristico è la perdita di capelli e peli su tutto il corpo. Ma anche la nausea, la perdita di peso (o, al contrario, il forte gonfiore), l’irritazione di occhi, bocca e pelle. Tutto ciò è dovuto al fatto che i farmaci chemioterapici colpiscono indifferentemente tutte le cellule a rapida divisione dell’organismo. Oltre alle cellule tumorali, tra queste figurano appunto le cellule di peli e capelli, pelle, mucose e tratto digerente.
La radioterapia
Anche le radiazioni colpiscono quelle cellule che si dividono, ma le attacca con onde ad alta energia. Va notato che la chemioterapia e le radiazioni possono influenzare sia le cellule sane che quelle malate, ma la maggior parte delle cellule sane hanno la capacità di riprendersi e guarire.
Il problema dei metodi tradizionali
Tuttavia, la preoccupazione nei confronti delle cellule sane è una delle ragioni per cui un paziente affetto da cancro non può sottoporsi a chemioterapia e radiazioni ad oltranza. Prima o poi, si potrebbero provocare danni alle altre parti del corpo, per non parlare dei gravi effetti collaterali che il paziente dovrebbe sopportare. È impossibile per un medico poter affermare che ogni singola cellula cancerosa sia stata uccisa dopo la terapia. L’esito più positivo è che la maggior parte delle cellule cancerose siano state distrutte e che le restanti non abbiano alcuna possibilità di sopravvivenza.
E se lasciare alcune cellule cancerose vi sembra preoccupante, basta pensare che il nostro corpo ha delle risorse naturali quando si tratta di distruggere queste cellule traditrici. A volte, le cellule cancerose sono in grado di fermare il loro percorso auto-distruttivo commettendo suicidio, un processo noto come apoptosi. I globuli bianchi possono anche attaccare le cellule cancerose che stanno viaggiando nel flusso sanguigno. I medici possono aggiungere l’immunoterapia a qualsiasi dei trattamenti descritti sopra, perché innesca il corpo a creare più globuli bianchi. Alcune cellule cancerose all’interno del corpo non causano danni immediati. Hanno bisogno di tempo e risorse per sviluppare un tumore pericoloso.
Lotta contro le cellule tumorali: la ricerca
I ricercatori stanno studiando come potrebbero attaccare le cellule cancerose durante quel processo. Se riuscissero a comprendere il comportamento di queste cellule nelle prime fasi, gli scienziati potrebbero prevenire il cancro prima che si formi. Uno strumento fondamentale potrebbero essere i farmaci antiangiogenici.Questi servono a bloccare lo sviluppo di vasi sanguigni così da contrastare la crescita di un tumore. Nuovi strumenti vengono scoperti ogni giorno. Nel 2010, ad esempio, i ricercatori britannici hanno annunciato diverse innovazioni nell’utilizzo di virus per individuare e distruggere le cellule tumorali. Inoltre, alcuni ricercatori in Texas hanno svelato un metodo che userebbe dei laser per inviare bolle esplosive attraverso il flusso sanguigno per distruggere le cellule che si stanno dividendo.
L’obiettivo oggi, quindi, è quello di diventare sempre più efficaci e incisivi. La speranza è questa: riuscire a sconfiggere il cancro nei suoi stadi iniziali, senza intaccare le cellule sane. In questo modo, infatti, si preserverebbe la salute generale dell’organismo e si limiterebbero i danni che le cellule tumorali arrecano al corpo.