Cicerchie, alla scoperta del legume più antico del mondo

La cicerchia, antico legume, oggi riscopre un nuovo valore grazie alla cucina vegetariana. Tipico del centro e sud Italia, viene consumato in zuppe.



Risalente all’era mesopotamica la cicerchia è stato consumata per molto tempo come cibo di prima necessità nei periodi di carestia, appartenente alla famiglia delle leguminose la Lathyrus sativus è anche conosciuta come pisello d’India grazie alla sua provenienza oppure come pisello d’erba.

Cicerchie quali sono le migliori ricette

Storicamente le cicerchie venivano utilizzate nella preparazione di focacce e zuppe, al giorno d’oggi possono essere consumate all’interno di zuppe come per esempio con le puntarelle, nel sugo insieme a lardo e peperoncino come vuole l’antica tradizione molisana, oppure nella preparazione della polenta abruzzese. Altamente indicata per essere inserita nella dieta vegetariana, la cicerchia è ottima per preparare hamburger o polpette vegetariane; inoltre con la farina prodotta possono essere preparate gustose tagliatelle e maltagliati. Possono essere utilizzate anche come contorno oppure come condimento delle paste fredde. La cicerchia è presente anche in molte ricette spagnole infatti la farina prodotta dal legume serve a preparare la “gachas manchegas” una ricetta di una zuppa tipica della regione della Mancha, composta da piselli, pancetta di maiale, farina di cicerchia tostata, aglio, paprica, olio e sale.

La cicerchia è tossica?

Si e no, i semi della cicerchia contengono una neurotossina chiamata ODAP che in condizioni di consumo e assiduo delle cicerchie, nella quantità di 300 g al giorno per periodi lunghi, può portare ad alcuni disturbi fisici a livello neurologico come per esempio la paralisi degli arti inferiori. La pericolosità della neurotossina è stata riscontrata soprattutto nei tempi di carestia in cui la cicerchia era l’unico cibo facile da trovare e quindi veniva effettuato un abuso del suo consumo. Al giorno d’oggi con una dieta varia ed una corretta cottura delle cicerchie il rischio di essere intossicati dalla neurotossina è pari a zero. Per ridurre gli effetti potenzialmente pericolosi della cicerchia è importante farle stare in ammollo in acqua tiepida salata per almeno 24 ore, avendo cura di cambiare l’acqua almeno ogni 12 ore. La cottura ad alte temperature in acqua bollente aiuta a debellare la neurotossina. I tempi della cottura delle cicerchie sono estremamente lunghi, molto più degli altri legumi, potete cuocerli per risparmiare tempo in una pentola a pressione.

I valori nutrizionali

La cicerchia è ricca di proteine, fibre, calcio, vitamina b e fosforo, polifenoli, ferro e potassio, per il loro valore nutritivo sono infatti consigliate a chi sta affrontando periodi di convalescenza, sono inoltre consigliate agli studenti sotto esame in quanto apportano numerosi benefici alla memoria ed aiutano inoltre ad abbassare il colesterolo. Le cicerchie hanno un contenuto di grassi molto basso ma si rivelano come una grande fonte di energia, infatti per 100 grammi di cicerchie corrispondono all’incirca 134 calorie.

La cicerchia per poter crescere rigogliosa ha bisogno di un clima caldo-torrido, infatti la sua produzione avviene principalmente in Africa ed in Asia, in Italia naturalmente viene coltivata principalmente nelle regioni del sud come la Puglia, il Molise e il Lazio; proprio nel Lazio nel piccolo paese di Campodimele l’Organizzazione mondiale della sanità sta effettuando uno studio sui suoi abitanti poiché sembra che grazie alle cicerchie la popolazione abbia un tasso di malattie cardiovascolari molto più basso rispetto alla media nazionale.

Lascia un commento

Epicondilite: cos’è e dove colpisce

Abbigliamento fitness, sportivi e alla moda

Leggi anche
  • tuobenessereI surgelati fanno male? Quello che devi sapere

    Optare per i surgelati rappresenta una scelta che si lega alla praticità, senza compromettere il desiderio di alimenti sani e gustosi.

  • tuobenessere73 tipi di pesto da provare

    Il pesto tradizionale, con il suo verde brillante e l’aroma di basilico, resta un simbolo della cucina italiana, ma le varianti possibili vanno molto oltre.