Le cicerchie sono dei legumi antichissimi conosciuti anche come pisello d’India o d’erba. Il suo sapore, infatti, è a metà tra i piselli e le fave. Ecco tutti i benefici delle cicerchie.
Cicerchie: tutti i benefici di questi legumi
Cicerchia: il suo nome botanico è Lathyrus sativus, coltivato per il consumo umano soprattutto in Asia e Africa orientale, questo legume super antico è diffuso anche in parte del continente europeo. In Italia, questo legume può vantare un’antica tradizione facente capo soprattutto alla tradizione gastronomica contadina.
Le regioni dove storicamente si coltiva sono Puglia, Lazio, Umbria, Marche e Molise. Attualmente è poco conosciuto e consumato e di difficile reperibilità nei negozi. Ma scopriamo i benefici delle cicerchie.
Grazie all’alta concentrazione di proteine, questo legume è un ottimo sostituto vegetale per chi ha scelto un’alimentazione vegetariana o vegana.
L’elevato apporto calorico lo rende un cibo ideale per favorire il giusto contributo di energie all’organismo. Fonte di vitamine, soprattutto del gruppo B e PP, e sali minerali (fosforo e calcio), contiene anche fibre. Del tutto povere, invece, di grassi, le cicerchie si rivelano valide alleate per la salute di ossa, denti, cuore e muscoli.
La cicerchia è il simbolo di una cucina povera, perché entrava nell’alimentazione nei momenti di stenti e di forte necessità. Tuttavia, dopo un dignitoso e antico passato, non è più riuscita a conquistare il pubblico dei consumatori, probabilmente per pregiudizio, per paura e per cattiva informazione sull’insorgere del neurolatirismo.
Come altri legumi, Lathyrus sativus produce un seme energetico ad alto contenuto proteico, ricco di fibre solubili e insolubili, con pochi grassi ma di ottima qualità perché polinsaturi, come l’acido linoleico. Inoltre, tra microelementi e minerali, presenta buone quantità di:
Vitamina B1 (Tiamina), vitamina B2 (Riboflavina), vitamina B3 (vitamina PP o Niacina)
ferro
fosforo
potassio
calcio.
Benefici delle cicerchie: come eliminare la tossicità
Questo legume fu eliminato dall’alimentazione quotidiana per molto tempo per la sua potenziale tossicità, anche se per secoli è stato alla base dell’alimentazione contadina, essendo una pianta molto resistente anche alle carestie. Intorno agli anni 2000 anni furono avviate numerose ricerche per ridurre il livello di tossina.
Dal 2011 fu abolito il divieto di consumo alimentare che vigeva in molti paesi. Anche in Italia ha ottenuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale italiano da parte del MIPAAF, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Per ridurre il rischio e ridurre la tossicità notevolmente, il seme della cicerchia secca va ammollato per 24 prima della cottura in acqua bollente.
Negli usi più comuni e tradizionali, le cicerchie si prestano bene come ingredienti di zuppe e minestroni. Al pari di altri legumi, richiedono tempi piuttosto lunghi di cottura ad alte temperature, soprattutto per favorirne la digeribilità.