Tra gli organi interni del corpo umano, la cistifellea è forse l’organo meno conosciuto, almeno tra chi non è uno specialista del campo medico. La cistifellea gioca un ruolo importante nel processo digestivo ed è spesso soggetta a patologie funzionali di media e grave entità.
Cos’è la cistifellea
Conosciuta anche con il nome di vescica biliare o colecisti, la cistifellea è un organo presente in ogni essere vivente. Assieme al fegato, la cistifellea costituisce il sistema biliare, un insieme di vie biliari predisposte al drenaggio della bile nell’intestino.
Nell’uomo la cistifellea è caratterizzata da una forma cava, oblunga, alle cui estremità vi sono presenti dei dotti che la collegano, indirettamente, al fegato (dotto epatico comune), dal quale prende la bile formatasi e al duodeno (tramite il coledoco), al quale riversa i succhi biliari. Internamente, la vescicola biliare presenta una mucosa irregolare, formata da piccole pieghe e la superficie interna della cistifellea risulta essere piena di cunicoli labirintici, soprattutto quando i muscoli sono contratti. L’esterno, invece, è costituito da un epitelio cilindrico formato da microvilli che rende la cistifellea impermeabile. La struttura muscolare della cistifellea è costituita in modo tale che essa si possa contrarre rilasciando il liquido biliare importato dal fegato nel duodeono, sotto stimolo di ormoni gastrointestinali: la colecistochinina.
A cosa serve la cistifellea
Nel processo digestivo, la cistifellea ha la funzione di immagazzinare la bile prima che essa venga portata all’intestino tenue. La bile è una sostanza secreta dal fegato, partecipante alla digestione degli alimenti pieni di grassi, dai quali provvede ad assorbire le vitamine, eliminare bilirubina e attivare una sorta di protezione batterica in presenza di cibi pieni di microbi che ingeriamo ad insaputa. Oltre a contenere questa sostanza, la cistifellea, grazie alla sua struttura cunicolare, permette di assorbire la parte acquosa contenuta nel liquido biliare. La sua funzione, dunque, ha il semplice compito di conservare la bile, utile alla digestione.
Quando si presenta un dolore al fianco destro, è possibile, tra le altre cause, che esso sia dovuto a patologie che interessano proprio questo organo. Molto spesso, infatti, si sente parlare di calcoli alla colecisti, ossia di sassolini di bile addensata, formarsi cristallizzando le diverse sostanze in essa contenuta: colesterolo, sali biliari o bilirubina. I calcoli alla cistifellea possono occludere i dotti e danneggiare la parete di rivestimento dell’organo stesso. La condizione patologica detta in gergo colecistite può provocare l’infiammazione della cistifellea. A sua volta, una colecistite può presentare o meno manifestazioni sintomatiche quali dolori o febbre, indipendentemente dalla presenza dei calcoli. Per curare i calcoli alla colecisti (solitamente si provvedere ad un trattamento solo nei casi di manifestazioni sintomatiche, mentre in caso di colecisti asintomatica i medici sono soliti non procedere al trattamento) è prevista una terapia farmacologica a base di antibiotici, analgesici, antispastici, epatoprotettori. Al trattamento è, poi, associato a un regime alimentare povero di grassi, che predilige: pasta, pesce, frutta, yogurt, escludendo alcool, carne, dolci, eccetera.
Nei casi di colecisti recidiva, il medico può proporre un intervento di esportazione della cistifellea, senza la quale il paziente potrà continuare a vivere normalmente. L’intervento di rimozione della cistifellea è detto colecistectomia. Svolta con tecnica laparoscopica questo intervento non risulta essere molto invasivo, seppur effettuato in anestesia generale. La colecistectomia è eseguita prima con un’incisione addominale, accanto all’ombelico, poi è introdotta una sonda con fibra ottica e luce, e infine, i trocars, delle canule nelle quali sono inseriti gli strumenti di dilatazione, trazione e taglio della cistifellea. Il tempo di recupero successivo all’operazione è di circa dieci giorni, durante i quali il paziente dovrà seguire una dieta mirata.
Dove si trova la cistifellea
La vescica biliare è situata al di sotto del fegato, nella parte superiore destra dell’addome, anteriormente al solco sagittale destro del fegato – conosciuto anche come fossa cistica- in un punto detto punto di Murphy, il quale è a sua volta posizionato al lato marginale del muscolo retto addominale e dell’arcata costale; esattamente tra la nona e la decima vertebra toracica, sul lato destro dell’addome. La diagnosi patologica di disturbi che colpiscono la cistifellea è effettuata dal medico eseguendo una manovra chiamata di Murphy. Eseguendo questa pratica il medico porrà una pressione sulla zona addominale, mentre il paziente si concentrerà inspirando.
L’acutezza dell’infiammazione sarà calcolata in base al grado di dolore e alla difficoltà riscontrata dal paziente durante l’inspirazione. Sospettata un’infiammazione della cistifellea, il medico potrà procedere alla diagnosi con esami complementari quali: ecografia, analisi del sangue e colescintigrafia, che prevede l’introduzione di un liquido radioattivo e una radiografia. Questo esame consente al medico di valutare lo stato di occlusione dei dotti.