Ormai è ampiamente risaputo che un eccessivo uso di sale sia dannoso, soprattutto in caso d’ipertensione arteriosa o di ritenzione idrica. La quantità raccomandata da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per un adulto corrisponde a 5 grammi al giorno, che equivalgono circa ad un cucchiaino. Oltre ciò è necessario anche considerare tutti gli alimenti confezionati e fare in modo di limitarne il consumo il più possibile.
Come limitare l’uso di sale
Una quantità elevata di sodio nella propria alimentazione porta a numerose conseguenze negative.
Che il sale sia una delle principali cause della ritenzione idrica è ormai risaputo. Il sodio va infatti ad aumentare la pressione del liquido extracellulare, causando così vari inestetismi tanto temuti come gonfiori, cellulite e fragilità capillare.
Oltre ciò, un eccesso di sale nell’alimentazione può avere conseguenze ben più gravi, in quanto favorisce l’ipertensione arteriosa. L’ipertensione rappresenta uno dei principali fattori di rischio per quanto riguarda aneurismi, ictus, infarto o insufficienza cardiaca. Considerando ciò a cui si può andare incontro, è facile comprendere la reale necessità di limitare l’uso del sale nella propria dieta.
Consigli utili
I trucchi che consentono di dare un taglio significativo all’apporto di sodio in tavola sono numerosi e vari. Non bisogna pensare che non salare le pietanze porti automaticamente ad una perdita nel gusto, in quanto i suoi sostituti sono davvero validi e sorprendenti.
Un primo consiglio è quello di orientarsi su erbe aromatiche e spezie. Origano, timo, maggiorana, rosmarino, basilico donano un gusto piacevole ad ogni piatto. Allo stesso tempo, spezie come curry, pepe, curcuma, cumino, noce moscata e peperoncino riescono a conferire carattere alle portate. Giocare con questi sapori può condurre a scoperte molto piacevoli e soddisfacenti e senza dubbio nel tempo la nostalgia del sale andrà a scomparire.
Quando si è al supermercato è necessario essere in grado di leggere correttamente le etichette. La dicitura E621 rappresenta ad esempio il glutammato di sodio, come quello presente nei dadi, mentre la sigla E211 indica il benzoato di sodio, ricco nei sughi e menne margarine.
Il citrato di sodio è indicato con E331 ed è quello spesso presente nei lieviti per i dolci e di conseguenza anche nei dolci stessi.
Seguendo questa linea di ragionamento è anche necessario limitare l’assunzione dei cibi in scatola. In particolare è fondamentale non usare mai il liquido che si trova all’interno della confezione e risciacquare il contenuto con abbondante acqua. Se fosse inevitabile usare pasti pronti, sarebbe preferibile orientarsi su quelli surgelati.
Merendine, sottaceti, olive e simili devono essere sostituiti da scelte più naturali. Gli snack possono essere preparati in casa, facendo largo uso ad esempio di semi di papavero e di sesamo.
Un ottimo stratagemma per insaporire gli alimenti diminuendo la quantità di sale è la marinatura in aromi e olio. In questo modo il sodio non è eliminato del tutto, ma senza dubbio è drasticamente ridotto.
I formaggi stagionati ed i salumi devono essere evitati. Per comprendere questo concetto è sufficiente pensare che 50 grammi di prosciutto crudo hanno ben sei grammi di sale. Dunque con tale quantità si sarebbe già superata la dose giornaliera massima raccomandata.
Le salse classiche come la senape o il ketchup possono essere tranquillamente sostituite da varianti più sane e genuine, come ad esempio un misto composto da yogurt greco, erba cipollina ed olio.
Un ultimo trucco, tanto semplice quanto efficace, è quello di non portare la saliera a tavola per evitare tentazioni.
Eliminare totalmente il sale da un momento all’altro difficilmente sarà una strategia vincente, poichè il gusto deve essere allenato. Si consiglia quindi una riduzione graduale, in modo da lasciare al palato il tempo necessario per questo importante cambiamento.