La condrocalcinosi anche nota comunemente come artrite da cristalli di pirofosfato di calcio, è una patologia che colpisce il tessuto articolare. Ecco i sintomi e la cura.
Condrocalcinosi: cos’è, sintomi e cura
La condrocalcinosi, in medicina, prende diversi nomi come artrite da cristalli di pirofosfato di calcio oppure pseudo-gotta, tutte intendono la stessa patologia. Questa si manifesta attaccando dentro e attorno alle articolazioni, causando principalmente una sintomatologia dolorosa che varia da episodi di lieve dolore fino ad attacchi di artrite acuta.
Un’iperattività dell’enzima ATP-pirofosfoidrolasi è stata dimostrata nelle cartilagini dei pazienti, con conseguente aumento locale del pirofosfato inorganico, il quale a sua volta si lega al calcio, esitando nella deposizione patologica di pirofosfato di calcio (cristalli). La deposizione di pirofosfato di calcio determina infiammazione, acuta (e/o cronica) e danno del tessuto articolare, principalmente cartilagineo (e sinoviale). Le sedi che sono colpite con maggior frequenza da tale patologia sono le ginocchia, i polsi, le caviglie, le spalle e il pube.
Si è soliti distinguere tre forme della condrocalcinosi. La prima detta primitiva viene chiamata anche pseudo-gotta, è un disturbo acuto provocato dal deposito di cristalli che determina infiammazione a carico delle articolazioni che ne sono vittima. Nella seconda i depositi sono invece più legati a complicanze dell’artrosi, con fasi infiammatorie acute e una frequenza superiore alla media. Infine, ci sono forme che rimangono asintomatiche, anche per molti anni e che si scoprono dopo diverse analisi per altri problemi legati alla patologia.
Quando è in fase acuta, la condrocalcinosi si manifesta con gonfiore, rossore e sensazione di calore a carico dell’articolazione interessata; inoltre, è presente un dolore spesso pulsante, che non dà tregua nemmeno a riposo e che provoca difficoltà nei movimenti.
Cos’è la Condrocalcinosi: sintomi e cura
La controcalcinosi, detta anche pseudo-gotta oppure artrite da cristalli di pirofosfato di calcio, come visto è una patologia abbastanza comune che prende di mira le articolazioni interne ed esterne. Ma qual è la cura consigliata per chi soffre di condrocalcinosi?
Il trattamento in fase acuta è basato, per le articolazioni suscettibili di artrocentesi (in genere il ginocchio), sulla somministrazione di corticosteroide intra-articolare, come prima opzione. Si può inoltre associare colchicina per bocca o usarla da sola qualora la terapia intra-articolare non sia fattibile.
Per quanto la colchicina non sia né nefrotossica né epatotossica, è sconsigliata in pazienti con grave compromissione epatica o renale e controindicata in pazienti con malattie infiammatorie intestinali. Agisce inibendo i microtubuli cellulari e di conseguenza inibisce la chemiotassi dei neutrofili e la fagocitosi.
Inoltre, inibisce le prostaglandine. Il suo principale fattore limitante è rappresentato dall’effetto collaterale, dose dipendente, della diarrea che si ferma alla sola sospensione del farmaco o alla riduzione del suo dosaggio.
Infine altre opzioni terapeutiche da tenere presenti sono: idrossiclorochina, oppure metotrexato (specie nelle forme CPPD reumatoide). L’artropatia da CPP colpisce principalmente i soggetti dopo la sesta decade: il 10% dei 60-70 anni, il 20 % dopo i 70 anni e e il 30% degli ultraottantenni, quindi il suo riscontro aumenta con l’età. È più comune nelle donne che negli uomini: a partire dai 60 anni, le donne hanno 5 volte più probabilità di soffrirne rispetto agli uomini.