Coronavirus: perchè le donne sono meno colpite degli uomini

Perché le donne risultano meno colpite dal Coronavirus rispetto agli uomini? Tutte le spiegazioni.

Il Coronavirus nel 2020 è sicuramente il tema di attualità che sta intasando tutti i canali di informazione a livello nazionale ed internazionale. Un evento che non ha precedenti e che ha scosso le nostre abitudini e la nostra vita privata. E purtroppo, anche considerando il grandissimo numero di contagi e morti, la vita di tutti noi non sarà più la stessa. Come molti esperti suggeriscono, ci vorranno mesi o addirittura anni prima che le cose possano tornare ad una situazione di normalità. Tuttavia a preoccupare è un dato in particolare: perché il Coronavirus colpisce maggiormente gli uomini rispetto alle donne?

Coronavirus: donne meno colpite degli uomini

I tassi di mortalità sono sicuramente i dati più preoccupanti dell’intera pandemia. Il nostro risulta ancora essere uno dei Paesi più colpiti al mondo.

C’è tuttavia un dato, analizzando il tasso di morti che ha attirato ed incuriosito gli esperti. Si sono infatti soffermati sullo studio dell’uguaglianza di genere in relazione alle vittime causate dal Coronavirus. I dati sono abbastanza chiari. Nonostante il numero di contagi sia distribuito in maniera omogenea tra uomini e donne, non è così per quando riguarda i decessi.

Infatti il tasso di mortalità è più alto per gli uomini, quasi il 3% di chi ha contratto il virus, contro il 1,8% per le donne. Quasi il doppio del tasso di mortalità non sembra essere un caso secondo gli studiosi. Infatti il campione preso in esame sembra piuttosto affidabile. Dei primi studi cinesi condotti ad inizio epidemia, su un campione di circa 5 mila soggetti affetti dal virus, hanno evidenziato come circa il 65% siano soggetti maschili. Dati che ovviamente da soli non possono fare una prova affidabile. Ma da qui è stato lanciato un primo allarme.

Gli studi infatti sono proseguiti anche in altre parti del mondo. Anche nel nostro Paese è stato fatto un attento studio riguardo la differenza di genere in relazione alla pandemia. Infatti l’Istituto di Sanità Pubblica italiana ha redatto un interessante documento in tal senso. Verso la seconda metà del mese di marzo, quindi in piena emergenza virus, sono state analizzate circa 7 mila persone.

I pazienti coinvolti erano distribuiti in maniera più o meno omogenea in tutta la nostra penisola. Anche in questo caso i dati emersi confermano la tesi di come le donne siano meno colpite degli uomini. Il 70% dei 7 mila pazienti erano uomini.

Gli uomini affetti da virus sembrano mostrare infatti un aggravamento delle loro condizioni di salute in maniera più grave rispetto alle donne. Complicazioni che portano poi, in molti casi, alla morte del paziente.

Il profilo di soggetto più colpito dal virus in assoluto, a livello mondiale, è maschio intorno ai 70 anni. E questo è anche la tipologia di paziente che purtroppo ha riscontrato il più alto tasso di mortalità.

La risposta degli esperti indica come il maggiore colpevole di questa situazione il testosterone maschile. Il quale contiene un particolare enzima che viene sfruttato dal virus per entrare in circolo all’interno dell’organismo del paziente. È anche già da tempo riscontrato come l’organismo femminile abbia un sistema immunitario più forte e risponde meglio anche alla somministrazione dei vaccini.

Dunque, tutti dati che sommati insieme fanno capire il motivo del tasso di mortalità maggiore tra gli uomini.


La conferma nelle passate epidemie

A dire il vero anche nelle epidemie passate, come la SARS di qualche anno fa o la MERS, si aveva un tasso di mortalità maggiore tra gli uomini. Quasi il 50% in più nel caso della SARS, e circa un terzo in più per quanto riguarda la MERS.

Sembra quindi che siamo di fronte a dati attendibili e ad un campione abbastanza affidabile per dire che effettivamente i soggetti maschili sono più esposti a complicanze che portano al decesso durante le ultime epidemie che hanno colpito il nostro pianeta.

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