Per claustrofobia si intende la paura morbosa degli spazi chiusi o ristretti. Chi soffre di questo disturbo viene assalito da una sensazione di angoscia, forte disagio o panico non appena si trova rinchiuso in stanze di piccole dimensioni, senza finestre, o in altre situazioni che creano oppressione e danno l’impressione di essere in trappola. Vediamo come superarla in 5 step.
Claustrofobia: di cosa si tratta
La claustrofobia è la paura ossessiva per tutti i luoghi chiusi e apparentemente senza “vie di fuga”. La claustrofobia comporta spesso sintomi somatici come: sudorazione accentuata, brividi o vampate di calore, battito cardiaco accelerato, nausea, sensazione che manchi l’ossigeno e timore di morire.
A scatenare la paura degli spazi chiusi possono essere, ad esempio, stanze piccole o senza finestre, ascensori, alcune giostre dei parchi di divertimento, bagni pubblici, sotterranei, metropolitane, porte girevoli e molte altre situazioni.
Di conseguenza, la persona claustrofobica tenta di non esporsi allo stimolo fobico, cioè alle situazioni nelle quali si ritiene accerchiata e priva di libertà spaziale, adottando strategie di evitamento o ricercando la presenza rassicurante di un familiare.
La claustrofobia può limitare notevolmente la vita di chi ne soffre. Nei casi gravi, i sintomi del disturbo fobico vengono attivati anche solo pensando alle situazioni che scatenano tipicamente la paura.
Nel tempo, la paura degli spazi ristretti porta ad evitare tutte le attività quotidiane che potrebbero far sentire rinchiusi, accerchiati o limitati dal punto di vista dello spazio.
Come superare la claustrofobia: 5 step
Come detto, la claustrofobia può limitare notevolmente la vita di chi ne soffre: ecco come superarla e vivere più serenamente ogni momento senza paura.
Terapia di esposizione e desensibilizzazione
Un approccio risultato efficace nel trattamento della claustrofobia è la presentazione degli stimoli fobici al paziente in condizioni controllate, fino ad ottenere una desensibilizzazione sistemica.
La terapia comporta l’esposizione graduale e ripetuta nel tempo alla situazione che egli ritiene claustrofobica (ad esempio: stanza chiusa, ma con finestre aperte), per imparare a gestire l’ansia ed affrontare le idee negative associate alla paura degli spazi ristretti e delle situazioni di accerchiamento.
Terapia cognitivo-comportamentale
La desensibilizzazione può essere praticata in combinazione con tecniche cognitive e comportamentali, allo scopo di modificare il circolo vizioso della claustrofobia e lavorare sul significato degli stimoli fobici per il paziente.
In questo modo, il soggetto claustrofobico viene esposto alle situazioni temute, con la possibilità di apprendere delle tecniche di autocontrollo emotivo, che gli permettono di ridimensionare la propria paura.
Tecniche di rilassamento
La psicoterapia può essere praticata in associazione alle tecniche di rilassamento, quali training autogeno, esercizi di respirazione e yoga. Queste attività favoriscono proprio il rilassamento della mente e anche del corpo, soprattutto in caso di ansia e agitazione come accade al claustrofobico.
Ipnosi
Un altro approccio che può rivelarsi utile per alcune persone è l’ipnosi. Questo trattamento alternativo procura uno stato di rilassamento tale da indurre l’interessato a riconoscere le cause delle sue paure e superarle.
Pensiero positivo
E’ importante tenere sempre a mente che la paura scatenata dalla claustrofobia è irrazionale e che non esiste nessun pericolo imminente.