Tutti sappiamo bene o male cos’è la tristezza, quell’emozione contraria alla felicità che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita.
Magari durante un periodo un po’ difficile oppure per un avvenimento improvviso, una perdita, una mancanza, capita che il nostro umore cali e non ci faccia stare bene con noi stessi e con ciò che ci circonda
Pur avendola provata tutti, non sempre siamo in grado di capire il motivo, la necessità di questo malessere psicologico e spesso vorremmo che non esistesse.
Invece la tristezza rappresenta un emozione molto utile che va compresa e vissuta, vediamo perchè.
Cosa rappresenta la tristezza?
La tristezza è una delle emozioni primarie, ossia quelle emozioni che non necessitano di autoconsapevolezza ma ma sono risposta innata agli stimoli del mondo esterno, dei suoi avvenimenti, cambiamenti ed interazioni.
È quindi un emozione utile che va riconosciuta e gestita per il nostro benessere psicologico. La tristezza rappresenta un segnale prezioso che ci aiuta a comprendere ciò che sta avvenendo e a modificare il nostro comportamento in relazione ai cambiamenti, una sorta di difesa, di preparazione ad una realtà diversa.
La tristezza rappresenta quel momento in cui il desiderio ed i propri limiti si incontrano.
Gestire le emozioni negative come la tristezza, è ciò che ci aiuta a riconoscere ed elaborare i nostri vissuti di perdita e mancanza, ad accettare i nostri limiti e ad empatizzare con quelli altrui. Tutto ciò a beneficio della nostra stabilità psicologica e delle relazioni interpersonali.
Da cosa deriva?
Come accennato precedentemente, la tristezza è un emozione innata, fisiologica (se limitata ad occasioni circoscritte) di base. Fa parte di un insieme di manifestazioni psico-fisiche ed effetti sul pensiero che portano ad un’azione istintiva atte a comunicare o difenderci.
Sono emozioni primitive e universali, quindi comprensibili e provate da tutti gli esserei umani anche:
- Rabbia
- Gioia
- Disgusto
- Paura
- Sorpresa
La stessa parola “Tristezza” ha un etimologia che può farci capire il suo significato, dal latino, che rimanda al significato “oscuro“, possiamo perciò intuire che la tristezza è un emozione che ha a che fare con un vissuto sgradevole, ma anche di difficile comprensione.
Istintivamente, quindi, la tristezza ci induce ad un ritiro dal mondo esterno a scopo difensivo quando il nostro vissuto ci porta in una condizione di mancanza, privazione, perdita, che può essere materiale o emotiva.
Ecco che in questi casi, questa emozione negativa, si manifesta ad un livello biologico-adattivo con una risposta innata e primitiva ad uno stimolo esterno, con lo scopo di difendere e proteggere la psiche dandoci il tempo di elaborare gli avvenimenti.
È importante imparare a riconoscere ciò che si prova e a non sfuggirlo, nasconderlo o reprimerlo nonostante a volte sia spiacevole, solo in questo modo si allena l’intelligenza emotiva e ci potrà essere benessere psichico e relazionale grazie ad una mente più forte e consapevole.