Il covid, oltre a mettere a dura prova le vie respiratorie, produce pericolose conseguenze anche sul cervello. A dimostrarlo, vi sono circa 300 studi scientifici che riportano sintomi neurologici collegati all’infezione da coronavirus.
L’impatto del covid sul cervello
Il coronavirus è una patologia primariamente respiratoria, che però aggredisce anche altri organi, tra cui il sistema nervoso. A dimostrarlo vi sono già 302 studi scientifici in merito.
A studiare la materia per primi sono stati i medici giapponesi, che avevano rilevato la presenza di edemi nel cervello nei pazienti più gravi affetti da covid. Lo studio aveva evidenziato come la formazione degli edemi fosse dovuta all’infiammazione seguita alla risposta immunitaria al coronavirus.
Le conseguenze di questo tipo sul cervello erano prevedibili. Infatti la Sars e la Mers, virus molto simili al covid, attaccano il cervello rispettivamente nello 0,04% e nello 0,2% dei casi. Non bisogna lasciarsi fuorviare dai numeri bassi: l’elevato numero di contagi da covid, infatti, produce dei risultati elevati e preoccupanti.
Come agisce il virus sul sistema nervoso
Il covid-19, quindi, ha un effetto significativo sul sistema nervoso. Il sintomo più comune e diffuso è la perdita dell’olfatto, che riguarda circa l’80% dei pazienti ed è collegata a un’infiammazione del nervo olfattivo.
Il 15% dei pazienti soffre anche di mal di testa, oltre che di disturbi della memoria. Il dato preoccupante è che questi sintomi permangono per un certo lasso di tempo anche dopo la negativizzazione del tampone.
Il coronavirus, però, è in grado di provocare danni ancor più gravi al cervello, causando disturbi cerebrovascolari e ictus ischemici che interessano il 2,8% dei pazienti dei ricoverati in terapia intensiva. Tali sintomi sono dovuti ad un’eccessiva infiammazione e conseguente ipercoagulazione del sangue indotta dall’infiammazione.
Gli effetti del covid sul cervello non si esauriscono qui. Sono stati infatti registrati casi di emorragie cerebrali secondarie all’infezione e collegate all’aumento dell’ipertensione, causata da una disfunzione dei recettori ACE-2. In altri pazienti, invece, si sono registrati disturbi del sistema nervoso periferico causati da una demielinizzazione dei neuroni, simile a quella che si verifica con la sclerosi multipla.
Raramente sono state registrate anche forme di epilessia in pazienti che non ne avevano mai sofferto prima, oltre a perdita della memoria collegata a microischemie nella zona dell’ippocampo.
Alla lunga lista delle conseguenze del coronavirus sul cervello si aggiungono anche stati confusionali e qualche raro caso di psicosi, soprattutto nei pazienti più fragili psicologicamente.
Gli studi clinici proseguono, nella speranza di individuare al più presto come il virus attacca il nostro cervello. L’ipotesi più accreditata, per ora, è quella secondo cui i sintomi neurologici siano una risposta secondaria dovuta alle conseguenze dello stato infiammatorio causato dall’infezione.