Per demenza frontotemporale si intende una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla progressiva perdita e deterioramento di neuroni in specifiche aree del Sistema Nervoso Centrale (SNC), ovvero il lobo frontale e il lobo temporale. Scopriamo come si riconosce e le aspettative di vita.
Demenza frontotemporale: sintomi e come si manifesta
Come anticipato, la demenza frontotemporale è una malattia neurodegenerativa che colpisce specifiche aree del Sistema Nervoso Centrale ovvero il lobo frontale e il lobo temporale, implicate in fondamentali funzioni mentali, quali:
- Linguaggio
- Personalità
- Attenzione e motivazione
- Cognizione sociale
- Comportamento
Non essendo una malattia congenita rappresenta una patologia acquisita che colpisce generalmente gli individui adulti a partire dai 50 anni; è la seconda causa più frequente di demenza neurodegenerativa ad esordio precoce, subito dopo la malattia di Alzheimer, e per questa ragione viene inclusa nel gruppo delle demenze “presenili”, di cui rappresenta circa il 10% dei casi.
La forma frontotemporale presenta sin dall’esordio problematiche del comportamento con cambiamenti anche improvvisi della personalità e comparsa di “stranezze” comportamentali molto particolari, oltre ad un disturbo del linguaggio piuttosto caratteristico.
Solo in seguito, col progredire della malattia, si assiste alla comparsa del tipico corredo sintomatologico delle demenze, con disturbi della memoria e presenza di deficit cognitivo e motorio.
Aspettative di vita
La demenza frontotemporale è una demenza di tipo irreversibile (sviluppandosi una vera e propria morte delle cellule nervose che non sono in grado di rigenerarsi) e con un andamento progressivo presenta un quadro clinico con sintomi che tendono a peggiorare nel corso del tempo. Per questa forma di demenza esiste una scarsa consapevolezza dell’ammalato che gli impedisce di riconoscere i cambiamenti comportamentali ed esecutivi cui va incontro, con notevole peggioramento dello status clinico.
Col passare degli anni è responsabile di una grave compromissione della qualità di vita del paziente, sino a causare una completa perdita di autonomia e rendendolo totalmente dipendente da altre persone in gran parte delle attività quotidiane.
La prognosi della malattia è purtroppo infausta a lungo termine, con una media di sopravvivenza dalla diagnosi, di circa 8-10 anni. Col passare del tempo il declino cognitivo è inevitabile e si associa a tutta una sequela di altri disturbi sia psichiatrici che neurologici.