Dieta vegana a intermittenza per disintossicarsi

La dieta vegana a intermittenza può essere seguita per disintossicarsi? Scopriamo cosa mangiare per depurare l’organismo.

La dieta vegana, una delle diete più seguite del momento in Italia, può essere seguita magari a intermittenza per disintossicarsi? Ecco svelata la dieta vegana per disintossicarsi.

Dieta vegana a intermittenza per disintossicarsi

In Italia aumentano vegetariani e vegani, in tutto il 6,7% della popolazione, divisi in vegetariani – il 5,4% – e vegani – l’1,3%. I dati arrivano dall’Istituto di ricerca Eurispes che rileva come negli ultimi anni le donne scelgano di più l’alimentazione vegetariana rispetto agli uomini (5,7% contro 5,2%).

Le motivazioni di chi diventa vegano o vegetariano sono diverse: non solo il desiderio di adottare una dieta ritenuta più salutare rispetto a quella onnivora, ma anche la volontà di ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. In cosa consiste seguire una dieta vegana? Principalmente bisogna eliminare tutti i cibi di derivazione animale e sostituire le proteine di carne, pesce, uova, latte e formaggi con quelle vegetali come fagioli, lenticchie, piselli, ceci e soia. La difficoltà maggiore sta infatti nei diversi abbinamenti di proteine, non tanto nella selezione dei prodotti.

La dieta vegana può dunque essere seguita per diversi scopi, ma ha senso ed efficacia seguire una dieta vegan a intermittenza ad esempio per una settimana? Sì, il veganesimo a intermittenza può servire per disintossicarsi, per diminuire il carico calorico quando si deve perdere qualche chilo o per apprendere a piccoli passi uno stile di vita più “naturale”.

Non solo vegana, però. Basta una dieta onnivora, purché a base di ingredienti semplici e naturali, priva di alimenti industriali e raffinati e nella quale ci sia spazio per tutti i nutrienti essenziali. La dieta mediterranea va bene proprio perché prevede frutta e verdura in abbondanza, cereali, preferibilmente integrali, proteine magre della carne bianca, del pesce e dei legumi, oltre a semi e frutta secca.

Dieta vegana per disintossicarsi: benefici

Secondo il Rapporto Italia 2020 di Eurispes, il 2,2% degli italiani è vegano, mentre il 6,7% segue una dieta vegetariana. Vegetariani e vegani raggiungono quindi, insieme, una percentuale dell’8,9% sul totale degli italiani.

Tra le motivazioni alla base di questa scelta ci sono la salute e il benessere (23,2%), seguiti molto da vicino dall’amore e dal rispetto per il mondo animale (22,2%). C’è anche chi decide di seguire una dieta a base vegetale pensando così di mangiare meno e meglio. Sono soprattutto le donne ad affermare di essere diventate vegetariane o vegane per curiosità e desiderio di sperimentare (13% contro il 5,7% degli uomini).

Tra i principali benefici della dieta vegana è che aiuta a mantenere nella norma i livelli di colesterolo e trigliceridi, riducendo, così, il rischio di malattie cardiovascolari. Questi effetti benefici sono legati al fatto che i cibi vegetali sono tipicamente poveri di grassi saturi e totalmente privi di colesterolo, che sono i fattori dietetici responsabili dell’aumento dei livelli di colesterolo nel sangue.

Inoltre, più recenti studi sul diabete dimostrano che una dieta ricca di carboidrati complessi e a ridotto contenuto di grassi è la migliore dieta per il controllo del diabete di tipo 2.

Una dieta a base di verdura, legumi, cereali integrali e frutta fresca e secca oleaginosa, naturalmente a ridotto contenuto di grassi e zuccheri semplici, è in grado di abbattere significativamente i livelli di glicemia e spesso ridurre o persino eliminare la necessità di ricorrere a farmaci anti-diabetici.

Scritto da Chiara Sorice

Lascia un commento

Tom Hiddleston svela la sua dieta: come si tiene in forma l’attore?

La dieta di Steve Martin

Leggi anche
  • tuobenessereI surgelati fanno male? Quello che devi sapere

    Optare per i surgelati rappresenta una scelta che si lega alla praticità, senza compromettere il desiderio di alimenti sani e gustosi.

  • tuobenessere73 tipi di pesto da provare

    Il pesto tradizionale, con il suo verde brillante e l’aroma di basilico, resta un simbolo della cucina italiana, ma le varianti possibili vanno molto oltre.