Chiunque prova piacere nel conservare un oggetto o ha difficoltà di disfarsene. Ma quando questo diventa un accumulo seriale di cose senza senso, si parla di un disturbo mentale detto disposofobia. Ecco cos’è, cause e possibili cure.
Disposofobia: cos’è, cause e possibili cure
Sempre più spesso ci imbattiamo in programmi tv su persone che accumulano oggetti e cose tanto da essere “sepolti in casa”. Si tratta di una patologia mentale detta disposofobia, ossia la tendenza patologica ad accumulare oggetti senza alcun ordine, fino a rimanerne sommersi.
Il termine disposofobia trova la sua etimologia nell’inglese to dispose (sistemare). Alcuni sinonimi utilizzati per descrivere il disturbo da accumulo sono poi sillogomania o Hoarding disorder. Impropriamente definita “malattia di non buttare via niente”, il disturbo di accumulo ha un’incidenza maggiore di quanto possiamo immaginare. Si stima che nei paesi occidentali abbia una diffusione che si aggira tra il 2 e il 5% della popolazione.
La disposofobia può portare all’accumulo di cibo, vestiti, ma anche animali, come i gatti. Accumulare oggetti, porta “l’accumulatore seriale” a esaurire velocemente gli spazi a disposizione per contenerli, rendendo gli ambienti insalubri e invivibili.
Oltre che assolutamente sconsigliato, non è semplice poi rimuovere gli oggetti accumulati, perché la persona patologica sperimenta una persistente difficoltà a separarsene, anche quando non esiste un reale valore affettivo con questi.
Cos’è la Disposofobia: cause e cure
La Disposofobia, come detto, è un disturbo patologico che consiste nell’accumulo seriale di cose come oggetti, mobili, vestiti, cibo ma anche animali, come gatti, in modo improprio e senza un reale valore affettivo, da cui la persona non riesce a separarsi. Questo disturbo mentale legato all’ossessivo-compulsivo, è spesso associato a disturbi d’ansia e depressione.
È frequente che il bisogno di conservare beni e l’ansia da separazione da essi si presenti anche con la sindrome da shopping compulsivo, spesso con acquisti online, in caso di oggetti che si crede possano essere indispensabili e per cui, invece, la persona perde interesse appena torna a casa. Quali sono le possibili cause?
Ci sono fattori di tipo ambientale, genetico, aspetti neurobiologici e anatomici, così come la presenza di specifici deficit cognitivi. Nel disturbo da accumulo è stato osservato per esempio un funzionamento anomalo dei lobi frontali, aree cerebrali implicate nella motivazione, nella capacità di prendere decisioni, mantenere l’attenzione.
La persona che soffre di questa patologia dovrebbe rivolgersi a uno psicologo e psicoterapeuta e iniziare un percorso psicologico per riuscire a individuare le cause e superare il problema.