Per epatite D si intende una patologia infettiva che provoca un’infiammazione acuta del fegato ad opera del virus HDV. Si tratta di un virus a RNA a singolo filamento definito “difettivo”, perché per replicarsi necessita imprescindibilmente della contemporanea presenza del virus dell’epatite B (HBV). Ma come si trasmette? Vediamo insieme.
Epatite D: come si trasmette?
L’epatite D, come anticipato, per replicarsi necessita imprescindibilmente della contemporanea presenza del virus dell’epatite B (HBV).
Per questa ragione tutti i pazienti affetti da epatite D presenteranno una concomitante infezione da epatite B (ma non è necessariamente vero l’opposto, è infatti stimato che il 5-10% dei pazienti con infezione HBV abbia avuto anche un’infezione HDV).
La patologia si trasmette mediante il contatto con sangue, sperma e secrezioni vaginali di persone infette.
La sintomatologia dell’epatite D consiste in un acuirsi della sintomatologia tipica dell’epatite B, che appare quindi insolitamente grave, od in forma di recrudescenza (ovvero un peggioramento improvviso dei sintomi a distanza di tempo) dell’epatite virale in un paziente con epatite B cronica.
L’epatite D è di solito autolimitante, per cui è sufficiente assicurare il supporto delle funzioni vitali e mettere a riposo il fegato, evitando cibi particolarmente ricchi di grassi o l’assunzione di farmaci epatotossici o a metabolismo epatico, dando così tempo al sistema immunitario di eradicare l’infezione.
Epatite D: sintomi e cura
Sintomi dell’epatite D. L’infezione da epatite D può avere decorso:
Acuto: rappresenta la stragrande maggioranza dei casi (oltre il 95%) e guarisce spontaneamente senza necessità di impostare una specifica terapia.
Cronico: in una minoranza di casi (meno del 5%) l’infezione da epatite D si sviluppa gradualmente nel tempo e tende a persistere.
Non esiste nessun tipo di trattamento specifico in grado di curare l’epatite D, ma la maggior parte dei soggetti guarisce spontaneamente. L’unico approccio al paziente consiste nel fornire misure di supporto all’organismo ed al sistema immunitario, per favorire l’eliminazione immunomediata del virus. Risulta pertanto utile:
Abolire il consumo di alcolici e superalcolici
Garantire la possibilità di riposo fisico
Adottare una dieta povera di grassi e ricca di fibre e verdure
Evitare l’assunzione di farmaci a metabolismo epatico, per non affaticare l’organo
In caso di infezione cronica è approvato il trattamento con interferone alfa per almeno un anno.