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Medici Senza Frontiere (MSF) ha annunciato che è attualmente in corso una sperimentazione, della durata di 7 mesi, su quattro nuovi vaccini per curare l’ebola. Ai test clinici partecipano abitanti residenti nei centri di Katwa e Butembo, gli attuali focolai di ebola della Repubblica Democratica del Congo.
Vaccini per l’ebola: sperimentazioni in corso
Lo scopo dello studio è identificare il più efficace dei quattro trattamenti in fase di sperimentazione: Remdesivir, mAb114, REGN-EB3 e ZMapp.
“Il nostro centro di trattamento di Butembo può accogliere 96 persone, mentre quello di Katwa, inaugurato il mese scorso, ha una capacità di 62 posti letto”, ha dichiarato l’associazione in un comunicato stampa. Medici Senza Frontiere ha ricoverato più di 2.100 pazienti in questi due centri, di cui 250 con diagnosi di ebola accertata e 110 completamente guariti. La sperimentazione è iniziata a Butembo il 7 febbraio e dovrebbe estendersi a Katwa nei prossimi giorni.
Ebola in Congo: altre vittime
Durante l’aggiornamento quotidiano, il ministero della sanità della Repubblica Democratica del Congo ha confermato altri 3 casi di ebola, portando il totale a 819 diagnosi, di cui 758 confermate e 61 probabili. I decessi accertati ammontano attualmente a 516, mentre 170 casi sono ancora sotto esame.
L’epidemia adesso è particolarmente sentita a Katwa, Komanda e Butembo. Proprio in queste città, infatti, sono stati registrate anche tre nuove morti. I decessi all’interno delle comunità, o quelli al di fuori di un ospedale o di un centro di trattamento, sono ancora più gravi perché aumentano il rischio di trasmissione dell’ebola.
Tra le vittime nella comunità di Komanda rientra una donna che ha rifiutato di sottoporsi alle analisi e ricevere il vaccino, dopo che suo marito è morto per il virus. La donna era originaria di Katwa ed è morta a Bunia, in mezzo ai suoi familiari che hanno cercato di nasconderne il cadavere alle autorità.
I casi di abusi sessuali
Il governo ha anche voluto sottolineare di non aver mai ricevuto alcuna segnalazione di abusi sessuali perpetrati dai suoi funzionari. La dichiarazione non è casuale, ma arriva in risposta a un articolo recentemente pubblicato sul Guardian. Secondo il giornale inglese, alcune donne e ragazze congolesi sarebbero state costrette a compiere favori sessuali nei confronti degli operatori sanitari pur di ottenere il vaccino per l’ebola. Le voci hanno poi iniziato a circolare immediatamente su Internet, in particolare sui social media.
Per rispondere alle accuse, il Ministero della salute del Congo ha precisato che non ci sarebbe stata alcuna tolleranza per questo tipo di comportamento. Inoltre, si impegnerà a mettere in atto ulteriori misure, in modo da garantire un sistema migliore per individuare tali incidenti nella comunità.