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L’epilessia è una malattia del sistema nervoso centrale, si tratta dunque di un disturbo neurologico. Quando si ha un episodio epilettico, si interrompe l’attività delle cellule nervose nel cervello, ciò causa convulsioni e lassi di tempo in cui si ha un comportamento atipico. Talvolta, nei casi più gravi, si può avere anche una perdita di coscienza. Come avrete dedotto ci sono inoltre diverse cause e altrettante conseguenze che l’epilessia può avere sul nostro corpo. In questo articolo però scopriamo insieme quali sono le tipologie di epilessia e le differenze: le crisi focali e le crisi generalizzate.
Epilessia: tipologie e differenze
Crisi focali
Le crisi epilettiche classificate come focali, o parziali, hanno origine solamente in un emisfero cerebrale. Queste crisi epilettiche non causano però una perdita di coscienza.
Crisi dismnesiche e cognitive
Si può avere l’impressione di già visto o vissuto qualcosa, ciò succede quando compaiono le crisi dismnesiche. Oppure si può avere un’improvviso pensiero ricorrente e non eliminabile, cioè un’idea repentina che domina la mente causando delle crisi cognitive.
Crisi affettive
Si possono poi avere crisi focali con manifestazioni emozionali o affettive: i cui segni più evidenti sono a livello emotivo, abbiamo la presenza di ansia, rabbia, eccitazione o paura. Ultimamente sono state inserite in questo gruppo anche le crisi di risate e quelle di pianto.
Crisi sensoriali
Ci sono anche le cosiddette crisi focali con manifestazioni sensoriali. Si tratta di esperienze che riguardano la percezione, in questo caso non sono causate dall’ambiente circondante ed esterno, ma partono da specifiche aree cerebrali. Si hanno quindi allucinazioni olfattive, visive e sensoriali.
Crisi generalizzate
Le crisi generalizzate sono dovute a un’alterazione dell’attività dei neuroni di entrambi gli emisferi cerebrali. Queste crisi rappresentano quasi la metà di tutte le sindromi epilettiche e hanno generalmente un’origine genetica.
Crisi motorie
Le crisi motorie sono caratterizzate nella maggior parte dei casi da tre fasi: tonica, clonica e post-critica. All’inizio si ha una perdita di coscienza e una contrazione della muscolatura per 10-20 secondi. Si altera inoltre la pressione sanguigna, il ritmo cardiaco e la salivazione. Si ha il morso laterale della lingua e si smette di respirare. Segue poi una fase clonica con contrazioni muscolari in entrambi i lati del corpo, che si riducono gradualmente. La fase post-critica infine può durare alcuni minuti: il soggetto è in stato confusionale, talvolta in ipnosi e il respiro è rallentato. Spesso si presentano dolori muscolari, mal di testa e stanchezza.
Crisi di assenza
Un altra tipologia di crisi epilettica generalizzata è detta piccolo male o appunto, crisi di assenza. Colpisce con molta frequenza i bambini ed è rappresentata da un’improvvisa perdita di coscienza. Si ha un arrestarsi improvviso dell’attività motoria, lo sguardo è fisso e spesso gli occhi si ruotano in alto. Le crisi si arrestano poi improvvisamente.
Ora che abbiamo chiarito quali sono le diverse tipologie di epilessia e in cosa si differenziano, non ci resta che approfondire quali sono le possibili soluzioni per curare l’epilessia.