La memoria è quello strumento che l’uomo ha per essere sempre legato al suo passato. In molti definiscono la memoria come un muscolo che è in grado di migliorare la sua efficacia con l’allenamento. A volte però può ingannarci e farci credere vere cose che in realtà non lo sono.
I flash di memoria cosa sono
Se ti è capitato di guardare il lancio dello Space Shuttle Challenger il 28 gennaio 1986, e la sua tragica esplosione 72 secondi dopo, probabilmente te lo ricorderai molto bene. Ma alcuni dettagli saranno sbagliati. Se ti dovessi chiedere dov’eri quando il Challenger è esploso, o cosa stavi facendo durante l’attacco alle torri gemelle, mi diresti (con dettagli sorprendenti) come l’hai scoperto e forse anche che tempo faceva quel giorno. Ma, anche se quei ricordi sembrano così vividi, quei dettagli potrebbero non essere così accurati. Questi ricordi fotografici, anche detti flash di memoria, appaiono come delle fotografie quando ti vengono in mente.
Quando provi a ricordare dove hai parcheggiato la macchina, si attiva la circonvoluzione dell’ippocampo posteriore del cervello. Invece, secondo Elizabeth A. Phelps, psicologa all’Università di New York, quando assisti a un evento traumatico, lo stress ha un ruolo di primaria importanza sulle funzioni del cervello. La paura scatena il sistema emotivo della memoria, mettendo in moto una regione differente del cervello, l’amigdala (il centro del piacere).
Da dove provengono
I flash di memoria nascono da circostanze particolarmente emotive; in generale, queste situazioni sono facili da ricordare rispetto a qualcosa che capita tutti i giorni (per esempio dove si è parcheggiato). Sono creati e sostenuti attraverso una prova elaborata della memoria. Ciò vuol dire che li racconti come una storia, non come dei frammenti. Con il tempo, tutti i ricordi sbiadiscono, inclusi i flash di memoria. Ecco una prova che la memoria non è quello che crediamo. Subito dopo l’esplosione del Challenger, metà delle persone intervistate non riuscivano a ricordare almeno due caratteristiche principali dell’evento, nonostante i partecipanti credevano di averle elencate tutte.
E ora, in uno studio su scala nazionale sui ricordi vividi ed emotivi subito dopo l’attacco dell’11 settembre, Phelps e i suoi colleghi continuano a fare ricerca sui flash di memoria, in un progetto conosciuto come il 9/11 Memory Consortium. I dati raccolti finora da oltre 3000 persone che vivono in 7 città diverse degli USA suggeriscono che il modo in cui ricordiamo i dettagli di eventi particolarmente emotivi non è più affidabile di qualsiasi altro ricordo, nonostante possa sembrare molto più vivido.
La memoria è suggestionabile
È dimostrato che ciò che conserviamo nei nostri flash di memoria può modificarsi ed essere soggetto a suggestioni. Per esempio, a causa dell’identificazione sbagliata da parte di un testimone oculare, Cornelius Dupree è stato in carcere per 30 anni in Texas per una rapina e uno stupro che non aveva commesso. Su 130 condanne che sono state revocate grazie ai test del DNA, il 78% avevano sbagliato a causa di un testimone oculare.
Come i ricordi di tutti i giorni, i flash di memoria sbiadiscono col tempo, ma ci è difficile accettare che i ricordi vividi ed emozionanti svaniscano. Ciò che rende questi ricordi speciali non è il fatto che siano accurati o coerenti– è la nostra convinzione e la nostra percezione che lo siano.