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“Cancro“: a questa parola generalmente si associano panico e preoccupazione. E quando ad avere il cancro è un bambino, la situazione può diventare ancora più cupa e traumatica. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia, la Childhood Cancer International (CCI) – una rete globale di 188 organizzazioni, distribuite in 88 paesi – ha indetto in data 15 febbraio la Giornata mondiale contro il cancro infantile. Questa giornata esprime sostegno a tutti quei bambini e adolescenti che sono sopravvissuti o che soffrono di un male che solitamente viene considerato appannaggio degli adulti.
Cancro infantile: i dati
Il cancro costituisce la principale causa di morte infantile nel mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno a quasi 300.000 bambini, di età compresa tra 0 e 19 anni, viene diagnosticato un cancro. Le forme più diffuse sono la leucemia – ben il 30% dei casi – il tumore al cervello, il neuroblastoma, il linfoma e il tumore di Wilms, che colpisce i reni. Questa malattia è meno diffusa nei paesi sviluppati, ma ha un tasso di curabilità più elevato – circa l’80%. La situazione è invece molto più drastica nei paesi sottosviluppati, dove le possibilità di sopravvivere sono solo del 20%. Questo divario dipende dal fatto che nei paesi più poveri è più difficile ottenere diagnosi tempestive e accedere alle terapie apposite, che spesso sono troppo costose o prevedono trattamenti superati.
Sintomi del cancro
Tra i principali sintomi riconducibili al cancro infantile figurano:
- Febbre ricorrente
- Eccessiva perdita di peso
- Colorito biancastro dietro le pupille
- Dolori continui al corpo e alle articolazioni
- Frequenti contusioni, emorragie o eruzioni cutanee
- Infezioni ricorrenti
Nel caso in cui un bambino presenti almeno uno di questi sintomi, i genitori dovrebbero chiedere assistenza medica precocemente in modo da poter fare una diagnosi tempestiva. Questo perché esiste un grande divario tra i tassi di sopravvivenza per i tumori diagnosticati in anticipo e per quelli diagnosticati in ritardo.
Cosa fare dopo la diagnosi?
È importante sapere che per trattare questa patologia è necessario affidarsi a un’equipe di specialisti, che comprende oncologi pediatrici, chirurghi pediatrici, radioterapisti e infermieri pediatrici oncologi. Così come gli adulti, anche i bambini sono sottoposti a chemioterapia, radioterapia e persino interventi chirurgici a seconda del tipo e dello stadio del cancro. Parte della terapia è anche il supporto psicologico prima, durante e dopo il trattamento.
Fortunatamente, la medicina odierna permette di sviluppare trattamenti meno dolorosi da sopportare per i piccoli nonché di avere maggiori possibilità di sopravvivenza. Inoltre, se non si verificano ricadute di alcun tipo dopo tre anni di terapia, è possibile essere dichiarati “sani“.