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La frattura ad una delle ossa del nostro corpo capita a tutti, purtroppo almeno una volta nella vita. Quella alle ginocchia risulta essere una delle più complicate da guarire, in virtù della loro posizione. Scopriamo tutti i dettagli insieme
Prevenzione
Prima ancora di affrontare il tema della guarigione ci preme sottolineare come sia fondamentale prevenire. Il detto recita “Meglio prevenire che curare”. In particolare, nel caso della frattura ossea, esistono delle categorie a rischio: coloro che soffrono di osteoporosi.
L’osteoporosi è una patologia che rende le ossa più fragili e quindi più soggette alla frattura. Esistono diversi livelli di malattia; quando si trova allo stadio iniziale (non sempre diagnosticata ancora) è possibile curarla con degli integratori alimentari. Su questo tema consigliamo di leggere l’interessante libro “Prevenire e combattere l’osteoporosi” di Scilla di Massa. L’autrice affronta questa tematica in pagine scientifiche e allo stesso tempo divulgativo
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Quando comincia la guarigione?
Il corpo umano è dotato di poteri di guarigione incredibili che gli consentono di riprendersi da una grande quantità di malattie e infortuni. A volte le fratture ossee riescono a guarire in maniera completa nel giro di pochi mesi senza che nemmeno la radiografia possa determinare la linea di frattura originaria.
Spesso i medici svolgono un ruolo vitale, e a volte salvavita, nel processo di guarigione ossea. Tuttavia questi esperti sostanzialmente aiutano il corpo a guarire da sé. I medici offrono condizioni ottimali per la ricostruzione dell’osso e fanno sì che abbia luogo il processo di guarigione. Il resto dipende dalle tue cellule.
Ma come funziona questo straordinario processo biologico? Come può un arto fratturato ritornare all’antico vigore? Per comprendere tutto ciò devi prima esaminare più attentamente la composizione delle ossa e quanto attive esse siano in realtà.
In che modo la frattura si ripara da sé?
È comodo pensare che le nostre ossa siano di materia solida e priva di vita. Tuttavia lo scheletro è una parte vivente del tuo essere tanto quanto i tessuti più molli e gli organi. Il corpo immagazzina minerali nell’osso duro e compatto, produce globuli rossi all’interno del midollo rosso e immagazzina grassi nel midollo giallo.
Osteblasti e condroblasto
È importante ricordare che le ossa si modificano costantemente. Le cellule conosciute come osteoclasti riassorbono le ossa vecchie in modo che gli osteoblasti possano sostituirle con del nuovo tessuto osseo. Tale processo si chiama rimodellamento osseo.
Un altro tipo di cellula, ossia il condroblasto, forma cartilagine nuova. Queste sono due delle cellule primarie responsabili della crescita ossea -e non soltanto di quella che avviene nei primi anni di vita. Questo rimodellamento osseo costante sostituisce gradualmente i vecchi tessuti ossei con tessuti nuovi nel corso dei mesi.
Quasi subito dopo la frattura il corpo comincia a rimettersi di nuovo in sesto. I medici spesso dividono l’intero processo in quattro fasi.
Prima fase
Quando un osso si rompe, la fessura recide anche i vasi sanguigni che si trovano nella sua lunghezza. Il sangue fuoriesce dalle vene e va a formare velocemente un coagulo chiamato ematoma da frattura.
Ciò permette di stabilizzare l’osso e di mantenere entrambe le parti allineate per la guarigione. Il coagulo inoltre interrompe il flusso di sangue alle estremità ossee frastagliate. Senza sangue fresco, queste cellule ossee muoiono in poco tempo.
Seguono gonfiore e infiammazione a causa del lavoro delle cellule nella rimozione del tessuto morto e danneggiato e piccoli vasi sanguigni si formano nell’ematoma da frattura per contribuire al processo di guarigione.
Seconda fase
Dopo diversi giorni l’ematoma da frattura sviluppa un tessuto più resistente e lo trasforma in callo osseo primario. Le cellule chiamate fibroblasti iniziano a produrre fibre di collagene, la proteina principale nel tessuto osseo e connettivo.
I condroblasti allora cominciano a produrre un tipo di cartilagine conosciuta come fibrocartilagine, che trasforma il callo in un callo fibrocartilagineo che colma il vuoto tra le due parti ossee. Questo callo in genere ha una durata di circa tre settimane.
Terza fase
In seguito gli osteoblasti intervengono e producono cellule ossee, trasformando il callo in un callo osseo. Questo involucro impenetrabile ha una durata di tre-quattro mesi e fornisce la protezione necessaria e la solidità ossea per entrare nella fase finale della guarigione.
Quarta fase
A questo punto il corpo stabilisce la posizione dell’osso all’interno della carne, inizia a riassorbire i frammenti di ossa morte e forma un callo duro che colma il vuoto tra le due parti ossee.
Tuttavia questa protuberanza di tessuti necessita di parecchio lavoro prima che l’osso sia in grado di reggere qualunque genere di pressione. Osteoclasti e osteoblasti trascorrono mesi a rimodellare la frattura sostituendo il callo osseo con dell’osso più compatto.
Queste cellule riducono anche la protuberanza callosa, riportando gradualmente l’osso alla sua forma originaria. La circolazione sanguigna migliora e il flusso di sostanze nutritive che rafforzano le ossa, come calcio e fosforo, fortificano l’osso.
Ma perfino nella migliore delle ipotesi, le fratture spesso necessitano di cure mediche per guarire nel modo più agevole possibile. In fondo Humpty Dumpty non aveva bisogno di un ortopedico di successo? Scopri in che modo i medici contribuiscono alla guarigione adeguata delle fratture ossee alla pagina seguente.
Le ossa più a rischio
Corri il rischio di fratture alle ossa? L’American Academy of Orthopaedic Surgeons riferisce che gli uomini sotto i 45 anni e le donne in menopausa al di sopra dei 45 soffrono il maggior numero di fratture. Il radio, ossia l’osso del polso, è la frattura ossea
più frequente, a meno che tu non abbia un’età inferiore ai 75 anni. Tra i soggetti anziani, le fratture dell’anca sono molto più comuni.
I trattamenti medici per le fratture ossee
Con le fratture possono verificarsi diverse complicazioni a seconda delle ossa coinvolte, la gravità della frattura e l’età dell’individuo. I bambini sono esposte a ulteriori tipi di fratture, tuttavia le loro ossa tendono a guarire in modo più rapido e completo rispetto a quelle degli adulti.
Rischi della frattura
L’infezione rappresenta una minaccia di qualunque frattura esposta poiché la lesione cutanea può permettere l’ingresso di germi. La frattura delle costole invece rischia potenzialmente di perforare gli organi interni e lo stesso processo di guarigione può inavvertitamente compromettere altri organi o tessuti.
Nella sindrome compartimentale il muscolo danneggiato da una frattura può assumere un gonfiore tale da impedire il passaggio di ossigeno nei tessuti soggetti all’elevata pressione e, senza la quantità sufficiente di ossigeno, il tessuto muscolare può continuare a gonfiarsi fino a quando la lesione e lo stato del muscolo stesso ne provocano la morte.
L’embolia polmonare si verifica quando avviene la rottura di un coagulo di sangue che va a ostruire l’arteria polmonare. Questa condizione è particolarmente frequente in caso di fratture dell’anca e del bacino e rappresenta un terzo circa dei soggetti deceduti con frattura dell’anca
Con tutte queste possibilità in mente, l’approccio medico alla frattura viene fatto seguendo diverse fasi per garantire una guarigione ossea appropriata.
Diagnosi della frattura
La prima fase consiste nella valutazione della possibile frattura da parte del medico e, se si è verificata, della gravità della lesione.
Le fasi successive del trattamento dipendono dal medico, ossia se lui o lei sia perfettamente consapevole della situazione che deve gestire. In genere i medici adempiono a tale compito visitando il paziente ed esaminando la radiografia dell’area danneggiata.
Immobilizzazione della frattura
Mentre il corpo fa la sua parte per allineare le ossa fratturate e limitare la mobilità, il medico deve accertarsi che tale allineamento abbia luogo perciò immobilizza ulteriormente l’area danneggiata con l’impiego di una stecca, di gesso, di un tutore o di una fasciatura.
Poiché una frattura potrebbe richiedere un’ulteriore allineamento, il paziente potrebbe avere bisogno di rimedi come l’anestetico locale o l’anestesia spinale per diminuire temporaneamente del dolore.
Trazione
La semplice immobilizzazione non sempre è sufficiente per assicurare una guarigione ossea appropriata. Nel caso di fratture più complesse, un sistema di pesi, corde e pulegge applicano una pressione costante sugli arti danneggiati per mantenere l’allineamento.
Intervento chirurgico
La maggior parte delle fratture può essere trattata senza ricorrere all’intervento chirurgico, tuttavia alcune lesioni impongono ai medici di attuare un trattamento aggressivo dell’osso danneggiato.
A volte i dottori eseguono l’intervento chirurgico per rimuovere materiali estranei o frammenti ossei. Il modo migliore per stabilizzare certe fratture è procedere e allineare le ossa per mezzo di placche metalliche, impianto di viti o perni. Alcune fratture, come quelle dell’anca e delle articolazioni, richiedono delle protesi artificiali.
Riabilitazione
La medesima immobilizzazione, che riduce la pressione sull’osso in via di guarigione, lascia inoltre pochi compiti ai muscoli dell’area circostante e ciò comporta la perdita di massa muscolare, forza e flessibilità.
Regimi di esercizio fisico particolari consentono agli individui una riabilitazione graduale dei loro arti da poco guariti senza corre il rischio di ulteriori lesioni.
I tipi di fratture
Quando si parla di fratture ossee, la lesione più pulita che tu possa sperare di avere è la frattura semplice. Come suggerisce il nome, l’osso si rompe di netto in una zona, senza provocare ulteriori traumi. Le altre fratture invece non sono così semplici da trattare:
- esposta: La frattura ossea fora la pelle.
- composta: Una delle ossa fratturate si scontra con l’altra.
- comminuta: Parte dell’osso si frantuma in mille pezzi.
- a legno verde: L’osso di un bambino si piega e si danneggia ma non si rompe.
- da avulsione: Una potente contrazione muscolare traziona l’osso e il tendine, causando la frattura.
- Frattura patologica: Le ossa indebolite dalla malattia si fratturano senza eccessiva forza.